(Sanniopress) – Il quotidiano “Il Mattino” nei giorni scorsi ha dato notizia di un provvedimento di “chiusura indagine” inviato dal sostituto procuratore della Repubblica, Nicoletta Giammarino, al sindaco di Montesarchio, Antonio Izzo, con il quale l’interessato viene avvisato di essere ritenuto responsabile del reato di calunnia per l’invio di denunce anonime ai danni di Biagio Mataluni, amministratore dell’omonimo oleificio. Non si tratta, per ora, neppure della richiesta di “rinvio a giudizio” e pertanto sorprende l’articolo del quotidiano che finora si è mostrato molto cauto nella pubblicazione di notizie relative a vicende giudiziarie.
Evidentemente fa notizia lo “scontro tra titani”, ossia il coinvolgimento nella vicenda, con ruoli diversi, degli imprenditori Izzo e Mataluni e soprattutto il fatto che un sindaco ricorre alle lettere anonime per creare danni ed ostacoli alla attività imprenditoriale di un suo avversario politico.
Non è la prima volta che la magistratura deve occuparsi di Antonio Izzo il quale a maggio 2011 era stato, addirittura, arrestato perché ritenuto colluso con la camorra. Il Tribunale del Riesame l’ha scarcerato perché non vi erano i presupposti per la misura restrittiva, ma continua l’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia che si avvale di numerose intercettazioni anche ambientali, dalle quali risulta inequivocabilmente il ruolo dei clan nelle elezioni amministrative a Montesarchio.
Antonio Izzo è riuscito, finora, a creare intorno alla sua persona un consenso enorme, espresso addirittura con manifestazioni pubbliche dei suoi concittadini in occasione degli arresti, presentandosi come amministratore rispettoso delle leggi e convinto assertore della necessità di educare i cittadini al rispetto della legalità. Per questo motivo, egli è stato tra i primi a sottoscrivere con la Prefettura di Benevento il Protocollo di Legalità, per controllare la corretta esecuzione degli appalti ed evitare infiltrazioni malavitose nel suo territorio.
Sempre per questi motivi, Antonio Izzo è stato tra i sostenitori più convinti del Centro Studi e Ricerche per la Legalità Costituzionale “Benejus”, partecipando all’inaugurazione della sede di Benevento a maggio 2010, alla presenza di pochi ospiti e tre sindaci di comuni sanniti.
Qualche mese dopo il sindaco di Montesarchio, al termine del convegno sul tema “Legalità e sviluppo del territorio caudino”, tenuto nella sua cittadina alla presenza di autorevoli magistrati e rappresentati delle forze dell’ordine, consegnò al Benejus un locale del comune per l’apertura al pubblico di uno sportello che avesse il compito di “promuovere la cultura della legalità, per formare cittadini consapevoli e aiutare i giovani a scegliere un percorso di vita ispirato ai valori della solidarietà e della giustizia…”
L’apertura a Montesarchio della sede del “Centro Studi e Ricerche per la Legalità Costituzionale” è tuttora pubblicizzata sul sito www.benejus.org insieme alla delibera n. 227 del 24 luglio 2010 con la quale il Comune di Montesarchio aveva deciso di concedere i locali perchè “l’Amministrazione è sempre stata particolarmente sensibile alle problematiche connesse al rispetto del principio della legalità, valore universalmente condiviso, spesso oggetto di violazioni che generano disagio sociale e inquietudine.”
Adesso, alla luce delle vicende giudiziarie che vedono coinvolto il sindaco Antonio Izzo, non sarebbe il caso che Benejus rinunciasse alla sede di Montesarchio?