(Sanniopress) – Il Pd governa la Provincia da ben oltre dieci anni mentre amministra il capoluogo da ormai sei anni. Più di sedici anni di governo. Per trovare un potere così longevo dobbiamo saltare a piè pari la cosiddetta Seconda repubblica e risalire a mamma Dc. Alla Rocca dei Rettori il Pd ha avuto due presidenti, a Palazzo Mosti il centrosinistra ha eletto per due volte lo stesso sindaco. Ha tuttora tra Provincia e Comune, per dirla con Alberto Sordi, una fagottata di assessori. I consiglieri della Provincia sono spesso anche sindaci, i consiglieri del Comune sono ex assessori. Il Pd ha deputati regionali e nazionali e uomini politici che aspirano a essere considerati leader. Il carattere dominante del Pd e della sinistra in genere è proprio il potere: il Pd locale è stato per moltissimo tempo inserito dentro il potere creato e retto da Antonio Bassolino che è stato a tutti gli effetti il sistema di potere più forte e coeso della Seconda repubblica, senza eguali in Italia. Il bassolinismo in Campania ha realizzato quella che Achille Occhetto chiamò “gioiosa macchina da guerra” e anche a Benevento c’è stata una “gioiosa macchinetta da guerra”. Qui si è cercato di riprodurre su scala minore il bassolinismo con tentativi di imitazione che non ci hanno risparmiato soprattutto la goffaggine e lo spirito farsesco. Eppure, a fronte di questo potere così forte e ramificato quali sono stati i risultati?
Il Pd è il partito dal potere inutile. Con gli anni, i soldi, le istituzioni che hanno avuto dalla loro parte i nostri eroi avrebbero dovuto, per dirla con il peggior Di Pietro, rivoltare come un calzino Benevento e provincia. Invece, zero. Sì, zero. E non per polemica ma perché così dicono i risultati. L’unica cosa che il potere della sinistra ha prodotto è una serie di società pubbliche che ora abbiamo sul groppone. Non è un caso che oggi la Provincia sia alle prese con gli operai e le operaie degli ex consorzi dei rifiuti e non sappia cosa fare. Non è un caso che sempre la Provincia sia alle prese con i dipendenti di ArtSannio, una società per metà provinciale e per metà regionale, che chiedono di essere pagati. Il Pd non ha risolto una che sia una situazione di crisi – il distretto di Airola era in crisi ed è in crisi, era in cassa integrazione e ritornerà in cassa integrazione – e con grande sicurezza ha lavorato per produrre altre situazioni di crisi aumentando i disoccupati o i senza stipendio che reclamano stipendi. La sanità provinciale dipende dalle casse vuote della sanità regionale che è stata la cassaforte del centrosinistra di Bassolino e De Mita. Il partito di potere più forte e organizzato del Sannio – questo è stato ed è tuttora il Pd al di là delle percentuali elettorali – è in concreto il partito dal potere inutile.
La “gioiosa macchinetta da guerra” ora si sta scassando. L’altro giorno c’è stata una riunione in cui i capetti locali si sono visti e si son detti che dovranno fare questo e questo e quest’altro. Tranquilli, non faranno niente per il banale e tuttavia importante motivo che il Pd non è un partito di governo ma di potere e il suo potere è declinante e non ascendente. Sono divisi e lo saranno sempre di più e il povero Mortaruolo con il nome che si ritrova sembra essere lì apposta per fare il funerale. Se il partito sta ancora in piedi è solo perché dall’altra parte c’è un partito che non c’è che si guarda allo specchio e non si vede. I due leader locali del Pd sono più locali che leader: il sindaco e Robin Hood. Tutti e due pensano di essere migliore dell’altro e lo sopportano ma non si rendono conto che nessuno li sopporta più. Voi lo sapete molto meglio di me: al mondo non c’è niente di più antipatico di un partito di potere inutile.