(Sanniopress) – La movida mi provoca sbadigli ma mi tocca. Allora mi porto la mano davanti alla bocca e dico quattro cose sulla proposta dell’assessore Nicola De Luca: vigilantes per i locali del centro storico. Questa cosa, se non sbaglio, mi sembra d’averla già sentita da qualche parte. Massì, devo averla scritta proprio io. Siccome però ho anche osservato che nessuno ha il monopolio dell’idea giusta mi guardo bene dal dire che è cosa buona giusta solo perché l’abbiamo avanzata dalle pagine virtuali/reali di Sanniopress. Tra la nostra idea e quella dell’assessore c’è una differenza: noi ci rivolgevamo agli abitanti del centro riuniti nel Comitato di lotta e di governo e l’assessore Nik De Luca si rivolge agli esercenti della notte. Ne è venuto fuori un compromesso interessante che spero possa essere preso seriamente in considerazione, magari migliorato, e sperimentato. Ciò che realmente conta è che finalmente si comincia ad affrontare il problema movida non con l’intenzione di nasconderlo ma di governarlo. Meglio tardi che mai.
Spero che il Comune, la Provincia, i partiti, i politici in genere si mettano in testa una volta e per tutte che l’agenda delle cose da fare e non fare a Benevento e dintorni non è più affare esclusivamente di lorsignori. Le cose vanno affrontate, discusse, valutate e alla fine chi è di turno deciderà ma pensare che tutto vada fatto come passa per la testa a Tal dei Tali o, peggio, perché questo è l’interesse di bottega di Talaltro è un metodo che la città lenta non si può più permettere. Lo dimostra, tra i tanti, il tema della movida cafona: Benevento ha interesse ad avere la movida, ma ha ancora più interesse ad avere una movida tollerabile se è chiedere troppo avere una movida elegante. Fino a questo momento l’amministrazione Pepe ha dimostrato di non sapere che pesci pigliare, anche perché non ha mostrato il minimo interesse per i pesci. Ora si è dotato di una piccola rete per evitare di prendere qualche granchio. I vigilantes sono un inizio.
I vigilantes avranno un compito preciso: garantire un po’ di ordine nei locali, selezionare un po’ di facce, allontanare chi dà fastidio e si rende indesiderato, insomma, cercare di evitare la rissa. Se si riuscirà nell’intento non sarà poco. I proprietari dei locali devono capire che è soprattutto interesse della loro attività garantire sicurezza, selezione, decenza. I vigilantes, però, non devono andare oltre e, per così dire, devono rispettare le loro “regole d’ingaggio”. Una cosa sono i vigilantes e altra cosa sono i vigili. La giunta Pepe – parlo di giunta perché spero che non si commetta lo stesso errore fatto con il Natale quando tutto è stato lasciato alla responsabilità del vicesindaco, e il caso in specie è anche più delicato della gestione delle feste di fine anno perché vale tutto l’anno – deve capire che i vigilantes sono in aggiunta ma non in sostituzione dei vigili. So bene che l’assessore De Luca ha specificato il ruolo dei vigilantes, ma certe cose è bene ribadirle: una vigilanza della città 24 ore su 24 è un obiettivo da perseguire con risolutezza. Il corpo dei vigili urbani va fatto funzionare al meglio. La questione del comando dei vigili senza comando va risolta senza rinviarla ancora alle calende greche.
C’è poi una terza questione: le licenze. Ma ormai tra quelle concesse, gli spazi dove sono state aperte le attività e le “liberalizzazioni” sopravvenute, non si può fare quasi nulla.
Ho iniziando sbadigliando e mi accorgo di essermi appassionato. Non voglio però che sbadigliate voi e allora, alle corte, tre cose ci sono sul tappeto per trasformare la movida cafona in movida passabile: vigilantes, turno notturno dei vigili, controllo delle licenze. Questo è il pane. Vediamo chi ha i denti.