(Sanniopress) – La terra del Sannio non è Terra di Lavoro. Il Beneventano non è il Casertano. Ma il tempo della diversità assoluta è passato da un pezzo. La terra di Gomorra è piena zeppa di veleni ma i veleni ci sono anche sotto i nostri piedi e sotto la nostra terra. La differenza non è più di qualità ma di quantità. Lo sappiamo ma non lo diciamo. Lo si sa ma non lo si dice. Il Sannio, purtroppo, è omertoso. Questa è la regola. Sanniopress è l’eccezione. L’articolo di Billy Nuzzolillo, documentato e rigoroso, commentato in giro su Facebook – Fioravante Bosco ha detto: “Una brutta storia inquietante” – colpisce questa omertà e ferisce (si spera) le coscienze che scelgono di non sentire e non parlare. Non è più tempo di tacere. Non ce lo possiamo più permettere. La parola pubblica è un valore a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare (la vicenda – e lo dico tra parentesi ma bisognerà ritornarci – dell’assessore Abbate ha del paradossale: è in difficoltà perché ha parlato, sia pure in modi insoliti, di un’inchiesta giudiziaria che riguarda il Comune: come se l’omertà fosse un valore e la parola pubblica un disvalore). Va riscoperto il senso della parola chiara e vera che dice cose reali. Ne va della qualità della nostra vita e della costruzione del nostro futuro. Anche economico. Ha ragione Nicola De Ieso: c’è da sostituire una classe dirigente passiva. Aggiungo: una classe dirigente che non vede, non sente, non sa e come un pappagallo ammaestrato ripete sempre le stesse bugie. Tra queste bugie c’è quella insostenibile che il Sannio è pulito, puro, incontaminato. Non è vero, purtroppo.
Una prima mappa dei veleni del Sannio ci dice che nei territori che ricadono nei comuni di Sant’Agata dei Goti, Ceppaloni, Morcone, Cerreto Sannita in passato e nel passato a noi più prossimo sono stati scaricati rifiuti illeciti. Sono comuni importanti dai quali è sempre uscito un pezzo consistente della classe politica e amministrativa del Sannio. Cosa c’è sottoterra non lo sappiamo. Ciò che si sa è che gli scarichi, a volte durante la notte a volte durante il giorno, sono stati fatti sfruttando siti pre-esistenti, cave da riempire, scavi effettuati per sondare il terreno. La Campania ha il tristissimo primato nazionale dei tumori. Più volte è stato fatto il collegamento tra i veleni nascosti nel terreno e la diffusione dei tumori. La scienza non è in grado di stabilire un rapporto di causa ed effetto. Ma i numeri e le percentuali sono lì a disposizione di tutti. Nascondere la verità non conviene a nessuno.
Il veleno nascosto sottoterra sembra una metafora. Si tace ciò che nuoce e lo si nasconde. Come se il nascondimento e il silenzio eliminassero il rischio. Lo aumentano. La diversità del Sannio rispetto al “resto della Campania” è ormai un alibi pericoloso che danneggia prima di tutto il Sannio. Il silenzio (in)civile è una trappola mortale che invece di eliminare i pericoli neutralizza gli anticorpi. Se è vero che il nostro territorio è una risorsa sia per l’agricoltura sia per l’agriturismo, allora, la difesa del territorio sul “terreno concreto” della difesa del suolo dai veleni e dall’illegalità è un bene civile da tutelare. L’omertà è connivenza. L’omertà danneggia il Sannio.
Sanniopress, a partire dai prossimi giorni, continuerà nella sua opera di informazione, denuncia e ricostruzione dei veleni nascosti nella pancia della nostra terra. E’ un lavoro civile che va a beneficio di tutti. Pertanto ci sentiamo di chiedere la vostra collaborazione.