(Sanniopress) – Umberto Del Basso De Caro gioca a fare il Robin Hood beneventano. L’eroe della foresta di Sherwood rubava ai ricchi per dare ai poveri, l’eroe del boschetto del Pd sannita dice di voler tagliare i costi della politica per ridistribuire soldi e risorse ai più bisognosi e, in particolare, ai ciechi e ai sordomuti. Cosa nobilissima, per carità. Peccato che lo stesso Umberto Del Basso De Caro alias Robin Hood beneventano – come direbbe con un acronimo quel drago di Luigi Abbate: Rhb – non veda e non senta tutto ciò che accade a Benevento e in particolare a Palazzo Mosti.
Possibile che il leader dei democratici sanniti, che al comune di Benevento sono il partito di maggioranza relativa, non abbia nulla da dire in merito alle inchieste giudiziarie? Possibile che non abbia nulla da dire sul benservito al segretario comunale Orlacchio prima e sulle dimissioni della segretaria comunale Grasso poi? Possibile che nulla abbia visto e nulla abbia sentito della fitta corrispondenza epistolare di capogruppi, ex assessori, assessori e dei timidi tentativi dello stesso sindaco di metterci una pezza? Sì, possibilissimo, perché il Robin Hood di Benevento si è impegnato a fondo a scrivere emendamenti alla “finanziaria regionale” per colpire sperperi e privilegi, infatti – scrive – il dibattito sui costi della politica ha avuto “una plastica eco in Consiglio regionale”. Allora, forse ora gli giungerà alle orecchie una “plastica eco” delle goffe polemiche del centrosinistra a Palazzo Mosti e magari potrà dire: “Come mai siamo già in crisi ad appena sei mesi dalle ultime elezioni?”.
Se non ricordo male, il centrosinistra ha governato in Campania per molti molti anni. Addirittura, governava a Napoli, tanto a Santa Lucia quanto a San Giacomo, e – per ciò che riguarda la “plastica eco sannita” – a Benevento, tanto a Palazzo Mosti quanto alla Rocca dei Rettori, dov’è tuttora. Ma in questo lungo lungo lungo periodo non si sono registrati particolari tagli ai costi della politica e ai privilegi dei politici di serie b, c, d. Anzi, c’è stata una crescita dei costi e degli sprechi, tanto che il bassolinismo con le sue consulenze e società miste ha fatto sentire la sua “plastica eco” anche a Benevento. Eccome se si è sentita. C’è stato un bassolinismo napoletano e un bassolinismo beneventano del quale, purtroppo, raccogliamo tuttora i velenosi frutti.
Qui, nel boschetto del Pd sannita, si sono rinverditi i tempi del socialismo da bere e lo slogan della Milano craxiana – ma Craxi per me è stato un grande politico, proprio per questo ha fatto la fine del Cinghialone nel paese di Piazzale Loreto – è diventato uno slogan detto e praticato dai socialisti beneventani per la loro Benevento da bere. Il Robin Hood di Benevento, se avesse voluto, avrebbe potuto fare il bello e il cattivo tempo tagliando sprechi, privilegi, consulenze e avrebbe potuto moltiplicare i pani e i pesci e cosi, ora che i pani scarseggiano e si fa a pesci in faccia, avrebbe dato quando poteva un fattivo contributo ad alleviare le sofferenze dei più bisognosi. Invece, il nostro Robin Hood del Sannio durante il regime bassoliniano ha dimenticato la sua missione redistributiva e mentre ora a Napoli, dov’è all’opposizione, ne avverte una “plastica eco” , a Benevento, dov’è al governo, continua a non sentire, non vedere il triste spettacolo che il suo partito mette in scena ogni giorno che il Cielo manda sulla Terra.
Avanti, o mio eroe, tu che sei cresciuto alla scuola di Ghino di Tacco, usa il tuo arco e scocca le frecce sui culi di capi e capetti locali, e chiedi loro conto delle inchieste della magistratura, della confusione e del vuoto amministrativo in Comune, dei macroscopici errori di Natale, della tarantella sul destino degli operai degli ex consorzi dei rifiuti e quando ti sentirai rispondere che tu stesso non sei uno capitato qui per caso ma sei il primo dei socialisti della Benevento da bere, beh, sappi che hanno ragione e, allora, con sdegno rispondi loro: “Guai a voi, anime prave, io sono Umberto Del Basso De Caro, il Robin Hood del Sannio”.