(Sanniopress) – La prima discussione politica del 2012 in città riguarda le indagini della Procura della Repubblica sulle attività del Comune di Benevento, che al momento stanno creando qualche fibrillazione solo all’interno del centro sinistra. Questa reazione appare incomprensibile a molti perché non è la prima volta che amministratori e funzionari comunali si ritrovano al centro di accertamenti giudiziari. Altre indagini hanno riguardato il palazzo in Piazza Duomo, la Spina Commerciale del Rione Libertà, il Piano di Recupero di via Galanti, l’edificio Alex di fronte al GS, la Multisala Gaveli, il complesso residenziale Ucci Domus in via Marco da Benevento, Palazzo Passarelli al viale Atlantici, l’ipermercato Zamparini, la manifestazione “Quattro notti…”, il concorso AMTS, che sono finite a volte senza esito ed altre volte con processi e relative condanne o assoluzioni. In nessuno di questi casi si è registrato il nervosismo che l’indagine attuale sta creando. Noi riteniamo che vi siano almeno tre ragioni che possono spiegare quest’apparente dilemma: l’oggetto delle indagini, il magistrato che le dispone, il contesto nel quale si stanno svolgendo.
E’ noto che l’attività investigativa è coperta da segreto, ma stando alle informazioni già circolate sulla stampa a proposito di atti acquisiti e ai commenti di qualche interessato (che si preoccupa di fornire in anticipo giustificazioni non richieste), si apprende che l’attenzione della magistratura è concentrata questa volta sugli appalti. La materia è delicata e lo è ancora di più per un Ente, come il Comune di Benevento, destinatario di molti finanziamenti per opere pubbliche.
Titolare della indagine è il dott. Antonio Clemente, Sostituto Procuratore della Repubblica, il quale, con il sostegno determinante del Procuratore capo, il dott. Giuseppe Maddalena, ha sovvertito alcune abitudini che hanno consentito a molti politici locali di sentirsi immuni da accertamenti sulle ipotesi di corruzione nella pubblica amministrazione che, al massimo, hanno riguardato solo alcuni tecnici o funzionari. Clemente e Maddalena, non da soli ma comunque in un ambiente non certo favorevole, hanno condotto “azione penale obbligatoria” anche nei confronti di amministratori pubblici di vari paesi della provincia, alcuni arrestati per reati gravi.
Recentemente il nuovo corso della Procura della Repubblica, che crea tensione pure nel Palazzo di Giustizia, ha portato anche al rinvio a giudizio di Clemente Mastella, per il quale s’ipotizza la corruzione connessa con l’apertura del centro commerciale “I Sanniti”. L’ex Ministro della Giustizia è già stato coinvolto in altre vicende giudiziarie, ma è la prima volta che viene rinviato a giudizio da parte di magistrati della sua città. La fine di queste “impunità” evidentemente comincia a preoccupare non poco i palazzi del potere!
La terza ragione che mette in fibrillazione gli amministratori del Comune di Benevento, riguarda il contesto, cioè il fatto che l’idagine di cui si parla non è l’unica. Vi sono altri accertamenti paralleli della magistratura, quasi tutti derivati da esposti di Altrabenevento, che riguardano l’attività edilizia ed alcuni concorsi. E’ spiegata, quindi, la particolare preoccupazione degli amministratori che, come ha riferito il sindaco in conferenza stampa, devono fare i conti in questo momento anche con una attività dell’Ente caratterizzata da troppi errori. Fausto Pepe ha chiarito, con alcuni esempi, che si riferisce a fatti recenti (atti amministrativi connessi al PUC, pubblicazione delle determine, atti del settore cultura, ecc.) che non sono oggetto delle indagini in corso, ma si tratta comunque di fatti inquietanti la cui origine rimane oscura.
E’ noto che il Comune di Benevento per ritardi, scelte ed errori politico-amministrativi che vengono da lontano, ha regolamenti non aggiornati e una contorta organizzazione degli uffici, ma si deve capire se gli “errori” sono frutto di incapacità oppure di gestione fatta in modo da favorire clientele e interessi di parte fino alla corruzione. La magistratura sta facendo la sua parte, finalmente, ma gli amministratori comunali, indipendentemente dagli esiti delle indagini giudiziarie, hanno gli strumenti per controllare l’azione dei propri funzionari. Perché non lo fanno? Perché si limitano a parlare di errori senza assumere i provvedimenti conseguenti?
Altrabenevento nei prossimi giorni segnalerà altri “errori” al sindaco, sperando di non essere costretta a presentare nuovi esposti per contrastare ancora casi di abusi e corruzione che, com’è noto, gravano fortemente sulle risorse pubbliche.
* presidente Altrabenevento