(Sanniopress) – Prima l’inchiesta Zamparini con dentro un po’ di tutto: un ex assessore della prima giunta Pepe, i coniugi Mastella, dirigenti del comune, varie ed eventuali. Poi le indagini sulla gestione del verde pubblico con le dichiarazioni dell’assessore in carica Abbate. Quindi lo strano caso della successione del segretario comunale prima con la non conferma a Orlacchio (che fa ricorso e lo vince ma non torna) poi con la nuova segretaria che però dopo un po’, quasi subito, decide che è meglio lasciare Palazzo Mosti per andare a lavorare altrove. Ce n’è quanto basta per dire: cosa succede al Comune?
La domanda la poniamo direttamente al sindaco. E’ inutile girarci intorno: è lui che deve dare risposte. Lo deve fare per due evidenti motivi: primo perché è il responsabile primo e ultimo – “l’utilizzatore finale” per usare una definizione famigerata – dell’amministrazione; secondo perché è chiaro a tutti che se continua così non finirà il secondo mandato. Dunque, in ballo c’è tanto una questione amministrativa quanto una politica. Partiamo da quelle amministrative.
Si ha la netta sensazione che le cose non dette siano maggiori e più importanti delle cose dette. Si prenda la lettera di Aldo Damiano e la risposta di Luigi Abbate. E’ un dialogo cifrato, si lanciano segnali di fumo, parlano in codice ma poi qualcosa scappa di mano e Abbate dice ciò che forse non voleva dire o dice qualcosa che voleva proprio dire. Come se in gioco ci fosse qualcosa di più della cronaca delle giornate di questo inizio gennaio. Come se in gioco ci fosse la cronaca di giornate passate, magari di un anno fa, magari di qualche anno fa, magari della nuova amministrazione Pepe, della campagna elettorale. Sia come sia, fatto sta che lo spettacolo offerto dai due esponenti della maggioranza non è bello. Per la verità non è neanche intelligente. Ma la bellezza e l’intelligenza è affar loro. Ciò che interessa alla città è l’amministrazione e i suoi risultati. Ma dopo un Natale passato come è passato parlare di risultati è quasi una provocazione. Ora viene il peggio, perché si sa che i due mesi che si hanno davanti, gennaio e febbraio e buona parte di marzo, sono i più duri dell’anno e affrontarli senza la benzina natalizia sarà molto più duro del solito. Parlando di risultati, questo è il pessimo risultato della amministrazione anonima.
Quindi c’è la questione politica. Più le situazioni amministrative e giudiziarie sono lasciate nell’ombra e più il valore politico della giunta Pepe cala. Più l’amministrazione è prigioniera di se stessa e dei suoi ricatti interni e più la tenuta politica di questo gruppo di ex socialisti (e democristiani) che sono al potere a Benevento non tiene più. Fausto Pepe sembra imbambolato. A cavallo tra Natale e Capodanno ha provato a quadrare il cerchio ma già con l’arrivo della befana sta nelle stesse condizioni di prima e peggio. Dovrebbe prendere in mano la situazione e provare a non subire fatti e circostanze ma la situazione è ormai a un passo dallo scappargli di mano definitivamente. Si ha ancora una volta la netta sensazione – anche al di là delle vicende giudiziarie – che qualcosa sia per accadere perché si è esaurito una (piccola) stagione politica in cui il nostro gruppo di ex socialisti (e democristiani) ha creato il mito di una Benevento da bere che è ormai svanito. Nessuno se la beve più e il sindaco che stava a galla fino a quando c’era l’acqua, ora comincia ad affondare come la classica paperetta. C’è ancora tempo e modo per correre ai ripari?
Può darsi che si possa andare ancora avanti per un bel po’. Il “tiracampismo” è una specialità diffusa in politica e si rafforza proprio quando la politica è debole o finita. Ma il punto per Benevento, che riguarda anche l’opposizione, è proprio questo: il mito della Benevento da bere del gruppo degli ex socialisti (e democristiani) è finito. E’ già iniziata la stagione delle amarezze, dei conti che non tornano, degli sgambetti, delle vendette. La Benevento da bere è finita. Le rovine vengono giù e tutto lascia intendere che Pepe non abbia la forza necessaria per tenere tutto sulle sue spalle. Tenetevi forte.