di Simone Aversano
(Sanniopress) – I propositi per il nuovo anno sono da sempre accompagnati da un atroce interrogativo, di solito sciolto in extremis nelle ultime ore del 31 dicembre: che cosa si fa per la notte di Capodanno? Benevento, che è una città di svago notturno tutto l’anno, dovrebbe sapere molto bene come divertirsi. La coincidenza favorevole quest’anno è che il 31 dicembre è pure sabato, quindi è la serata ideale per la così detta movida beneventana, specie in centro storico. Insomma, un Capodanno migliore di questo non poteva proprio immaginarsi. E invece stiamo per vivere il Capodanno più brutto che si ricordi.
Siamo arrivati al 31 dicembre, a poche ore dal nuovo anno, e i beneventani non sanno ancora come festeggeranno. Quest’anno lo possiamo dire con certezza: si brancola nel buio. Dopo la farsa degli addobbi natalizi, con l’amministrazione costretta (a spese nostre) a metterci una pezza con delle luci qualsiasi per ovviare al “disastro” dell’operazione anti-strategica del Natale di lamiere, il buio la farà da padrone nella notte di Capodanno anche per un altro motivo, forse ben più grave: non è stato previsto nessun evento pubblico in città. Nessun concerto, nessuno spettacolo comico o di intrattenimento, nessuno che stia sopra un benedetto palco a fare il conto alla rovescia col microfono in mano e lo spumante nell’altra mano. Benevento centro, la zona madre dello svago notturno beneventano, sarà animata (forse) soltanto da quei beneventani che vorranno comunque popolare il Corso Garibaldi, tra brindisi e soste varie tra i locali che saranno aperti (quelli che saranno aperti). Ma bisognerà andarci a posta, perchè nessun evento questa notte attirerà l’attenzione dei beneventani (nè dei beneventesi), per non parlare poi dei turisti (quali turisti?).
Per scrupolo, ho fatto una ricerca approfondita tramite internet per scoprire se qualche evento mi fosse sfuggito. Ma non ho dovuto impiegare molto tempo: effettivamente c’è il vuoto totale. Ho visto la luce quando, sul sito dell’EPT, ho letto “Concerto di Capodanno”. Ma sono subito ripiombato nella penombra color ferraglia arrugginita quando ho visto che si trattava del tradizionale concerto sinfonico della mattina di Capodanno. Ore 11, mentre tre quarti di città dormono ancora. Per la cronaca, si terrà al Teatro Massimo dove l’Orchestra Sinfonica di Varna (Bulgaria), diretta dal M° Leonardo Quadrini, eseguirà musiche di Strauss padre e figlio, di Chaikowskj, Massenet, Gershwin, Ponchielli e Weber. Ingresso gratuito.
E così, mentre l’anno scorso la città di Benevento si votava alla musica indipendente e faceva salire sul palco di Piazza Castello i Baustelle e Bandabardò, quest’anno saranno direttamente i beneventani, magari dopo qualche brindisi di troppo, a salire sul palchetto del presepe “più bello del mondo” per saltellare e cantare alla buona insieme alla raffigurazione della natività (in questo caso, rigorosamente in lettera minuscola).
Per l’ultimo Capodanno beneventano della storia di Benevento, prima di quello beneventese annunciato per il prossimo anno, è dunque probabile che i grandi assenti saranno proprio i beneventani, che si accontentano sempre di tutto e del contrario di tutto ma in fatto di divertimento vogliono essere i primi e sentirsi esclusivi. Non saranno pochi, allora, quelli che si metteranno in macchina (si spera del tutto sobri) per raggiungere mete più ambite come Salerno, dove stanotte canterà Gianna Nannini (tutto esaurito con 100mila persone, concerto gratuito). O magari Napoli, che ha sempre la sua magia. E di certo non saranno assenti gruppi di beneventani a Roma, dove il Capodanno 2012 si annuncia spettacolare con ben quattro concerti esclusivissimi di Negramaro, Pausini, Baglioni e Ranieri. Ma Roma è Roma.
Sì, ma Benevento che cos’è? Non è Salerno, come più volte ha ribadito l’assessore alla Cultura Raffaele Del Vecchio. Non è Avellino, e questo per costituzione visto che il capoluogo irpino raggiungerà la nostra storia pluri-millenaria tra circa duemila anni. Non è Napoli perchè non è Napoli. Non è Caserta, e ci mancherebbe altro. Ma il problema è che Benevento non è nemmeno Benevento.
I cittadini di Benevento che percepiscono una propria identità e si sentono stanchi di come vanno qui le cose (in una parola, i beneventesi), si stanno destando sempre di più e stanno dibattendo sul risveglio culturale della città, necessario più che mai per evitare il tracollo. Ma mentre ciò accade, dopo il Natale più brutto della storia beneventana, ci apprestiamo a vivere anche il peggior Capodanno, senza musica, senza festeggiamenti, senza fuochi d’artificio (già, il Comune non ha previsto nemmeno quelli). Menomale che sarà l’ultimo Capodanno beneventano. Sì, perchè se non si affretta a nascere una rivoluzione culturale beneventese, possiamo dire addio a Benvento. Una città cui non resta più nulla se non le sue ombre. Ombre di monumenti dimenticati e privi di promozione turistica adeguata, ombre di auto in sosta vietata in centro storico, ombre di opere pubbliche rimaste incompiute, ombre di inquietanti ammassi di ferraglia pagati fior di quattrini, ombre di malavita alle porte della città (ma anche dentro).
Buon anno, ma solo ai beneventesi.
Complimenti! Davvero un bell’articolo, sobrio ma pungente e veritiero.