(Sanniopress) – Clemente Mastella non è solo un politico. E’ anche un filosofo. Anche se è cattolico, ha una sua passionaccia per l’idealismo tedesco che un po’ deriva da Lutero e un po’ da Spinoza. Dei tre filosofi idealisti – Fichte, Schelling ed Hegel – quello che più gli piace è il terzo proprio perché è tanto filosofo quanto politico. Mastella usa spesso una frase di Hegel che dice: “La filosofia non è la notte in cui tutte le vacche sono nere”. Nella notte in cui tutte le vacche sono nere non si vedono le vacche. La filosofia, invece, deve servire proprio a questo: a fare un po’ di luce e individuare le vacche e le altre cose di cui è fatto il mondo. La filosofia, cioè, è distinzione e Mastella ama molto distinguere in politica e nella vita. Lo farà anche nel processo per l’apertura del centro commerciale I Sanniti nel quale è imputato insieme con la moglie Sandra Lonardo, l’imprenditore Zamparini e tanti altri amministratori e dirigenti di Palazzo Mosti. In quel caso dovrà spiegare come mai, visto che la filosofia e la politica sono distinzione, nelle “Quattro notti e più…” dell’associazione Iside Nova tutte le vacche sono diventate nere e invisibili.
Hegel ne sapeva poco di centri commerciali, ma sapeva molto bene che il mondo va avanti con gli interessi concreti e non con le prediche delle “anime belle”. Pure Mastella, anche se cattolico e forse proprio perché cattolico, sa bene che con le “anime belle” non si fa molta strada perché, come gli diceva Cosimo il Vecchio, non si governa con i paternostri. Nell’incontro tra il presidente del Palermo e la signora Sandra Lonardo a Ceppaloni non si sa se sono prevalsi gli interessi concreti o i propositi da “anime belle”. Ci deve essere stata un po’ di confusione in deroga al principio della notte e delle vacche. Proprio Zamparini ha ritenuto giusto ricordare l’incontro in una conferenza stampa del maggio scorso a Palermo. “Sono andato dalla signora Mastella e le ho detto: il vostro sindaco è impazzito, vedete un po’ qual è il motivo per cui dice che non possiamo aprire l’ipermercato. Lei mi disse, come tutti i politici, noi abbiamo una onlus per aiutare i poveri di Benevento, mi fa una offerta? E io feci una offerta ufficiale con un bonifico di 50.000 euro alla onlus. E questo vi sembra un reato?”.
Come andarono le cose lo chiariranno tutti meglio ai giudici. A noi qui interessa solo la parte filosofica della questione ossia quella che, come tutti sanno, non conta niente perché riguarda solo la vita. Vale a dire: se le “Quattro notti e più…” avessero rispettato il principio hegeliano-mastelliano che recita “la filosofia, cioè la politica, cioè la vita non è la notte in cui tutte le vacche sono nere”, ora tutto sarebbe più chiaro. Perché distinguendo cosa da cosa, ad esempio, Zamparini avrebbe potuto dare il suo contributo direttamente ai poveri, mentre Sandra Lonardo, distinguendo anche lei cosa da cosa, avrebbe potuto fare la differenza tra Iside e Osiride. Invece, forse, quel giorno nelle “Quattro notti e più…” le vacche dovettero essere per davvero tutte nere e nessuno vide bene. Speriamo che ora qualcuno almeno ricordi bene.
In questa storia della fenomenologia del centro commerciale I Sanniti, quasi come un omaggio di Zamparini alla Sicilia, c’è di mezzo anche qualcosa di Pirandello: così è se vi pare. Tutto, in fondo, ruota intorno alla questione se il parcheggio delle automobili si poteva fare o no sul tetto de I Sanniti. Una volta qualcuno ha detto no, un’altra volta qualcuno ha detto sì. E la differenza tra il no e il sì, come sanno tutti e non solo i filosofi, è significativa. Con un sì o con un no si possono cambiare le sorti di un governo, di una guerra, di un centro commerciale. Appunto, così è se vi pare. Sta di fatto che ora le automobili non sono in alto ma tutte giù per terra e pare che alla città sia venuto un danno di sei milioni di euro per la mancata realizzazione e cessione di strade e parco fluviale. La politica – e il governo degli Stati – non si fa con le “anime belle”, siamo d’accordo, anche se qui non si capisce bene quale sia l’interesse della politica, dello Stato e, già che ci siamo, anche di Benevento. Insomma, anche qui sembra la notte in cui tutte le vacche e le automobili sono nere. Alla fine, inevitabilmente, c’è stato l’incidente. Ora Mastella, contravvenendo al suo idealismo in salsa sannita secondo cui tutto ciò che è reale è razionale, dice “tutto è illogico”. Ha le sue ragioni. Dopotutto, da buon hegeliano sannita, alla maniera di Sebastiano Maturi, sa che la verità fa le capriole e che la storia si capovolge. Un po’ come il parcheggio de I Sanniti che da sopra sta sotto.
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