(Sanniopress) – Dire “scusa, ho sbagliato” non sembra una cosa facile per nessuno. Se a dover chiedere scusa è un uomo politico è addirittura impossibile e irrealistico. Il sindaco Fausto Pepe, invece, lo ha fatto ieri in un’intervista rilasciata a Il Mattino (che, in verità, non si capisce bene perché ha praticamente nascosto la notizia che ora vi stiamo dando come se fosse inedita e del resto niente è più inedito della carta stampata, come diceva Missiroli). Io che non perdo occasione per bacchettarlo, ora do a Fausto ciò che è di Fausto dandogli atto di aver fatto un buon gesto non solo signorile ma anche politico. Sanniopress ha sollevato da subito – ben prima che il presepe di Dalisi diventasse un flop clamoroso – il caso dell’assenza di un Natale coi fiocchi e con le luci e soprattutto all’altezza del riconoscimento Unesco e siamo stati facili profeti nel fare la cronaca di un disastro annunciato. Perciò abbiamo chiesto al vicesindaco Raffaele Del Vecchio, che della gestione del Natale è stato il primo responsabile, di fare una pubblica autocritica. Cosa che, sempre dalle colonne del quotidiano di via Chiatamone, è parzialmente avvenuta. Il sindaco, però, non avrà considerato sufficienti le parole del suo vice e così ha chiesto scusa ai beneventani in prima persona. Bravo, era ora.
Certo, è vero, ha chiesto scusa cercando di indorare a se stesso la pillola dicendo che il vero problema di Benevento non sono le luminarie ma il lavoro, tuttavia, essendo questa la scoperta dell’acqua calda – il problema del lavoro è dell’Italia intera che di fatto è un Paese in recessione, mentre governo e sindacati sono ai ferri corti sullo statuto dei lavoratori – non è il caso di prenderla in considerazione. Ciò che conta è la sostanza: le scuse del sindaco di Benevento alla città che aveva tutto il diritto di aspirare ad un Natale sereno e beneaugurante e, invece, si è ritrovata anzitempo in quaresima.
Il Natale è una festa che unisce. L’amministrazione Pepe è riuscita a trasformarlo in una festa che divide. Non solo la città, ma anche se stessa. La giunta sta passando un brutto quarto d’ora che non accenna a passare. E anche quando sarà passato non si ristabilirà la situazione iniziale. Non a caso Aldo Damiano, già assessore ai Lavori pubblici e all’urbanistica nel primo mandato di Pepe, in un’intervista rilasciata a Il Quaderno di Federica Rossi ha detto che non c’è bisogno di un uomo solo al comando ma, al contrario, occorre fare gioco di squadra. Non mi stupirei se l’anno che verrà portasse in dono anche una nuova giunta comunale. Senz’altro dovrà portare una nuova politica culturale se lo stesso Damiano, ripetendo in sostanza quanto abbiamo scritto a più riprese in modo didascalico, ha osservato che non occorrono altre opere d’arte perché Benevento è già di suo un’opera d’arte. Una posizione, quest’ultima, che boccia senza appello la strategia culturale di Del Vecchio ma non imbocca ancora quella che abbiamo indicato coma la migliore, per tradizione e qualità, via da seguire: la strategia di Zazo.
Le cose da Gatto Silvestro che sono accadute in questi primi venti giorni di dicembre sono andate al di là sia dell’immaginazione dei beneventani sia dell’improvvisazione degli amministratori. Per parafrasare il sindaco possiamo dire che le luminarie non sono (mai state) un problema ma lo sono diventate. Per fortuna, alla fine, almeno lui si è illuminato e, anche se rabbuiato, ha chiesto scusa ai beneventani per il Natale più pacchiano che la storia della città ricordi.
http://giancristianodesiderio.wordpress.com