(Sanniopress) – A mali estremi, estremi rimedi? Non ho mai creduto troppo nei proverbi più inflazionati, ma questa volta pare proprio che sia così. Lo ha scritto Giancristiano Desiderio: contro il problema movida impazzita nel centro storico di Benevento, se le istituzioni continuano a non fare nulla, i cittadini devono provvedere da soli alla loro sicurezza. Da qui l’idea di vigili privati, che Giancristiano saggiamente non definisce “ronde” per non rievocare, ingiustificatamente, storie che nulla hanno a che vedere con noi (si spera). Vigili privati ossia un’organizzazione “stradale” e operativa del comitato di quartiere centro storico. In altre parole, c’è un problema serio da risolvere e i cittadini della zona hanno capito che tocca a loro, purtroppo, rimboccarsi le maniche. Ma per farlo serve organizzazione e la volontà di guardare in faccia al problema invece che continuare solo a parlarne, gridando quanto si vuole tutte le giuste ragioni di questo mondo.
L’idea di adoperarsi da soli come cittadini per veder realizzato il cambiamento desiderato e al tempo stesso negato da parte degli enti preposti, è un’idea che a me piace moltissimo. Significa una Benevento con meno beneventani e più beneventesi, con meno cittadini passivi e superficiali e più cives partecipi e attivi di ciò che accade e delle soluzioni possibili ai mille problemi che ci circondano.
L’associazione che presiedo, Benevento Città Racconta, ha presentato nei suoi pochi anni di vita almeno due utili esempi di questo modello di “fai da te” civico. Il primo, che ha anche raccolto risultati tangibili, è consistito nell’andare a ripulire aree verdi abbandonate nel degrado e nella sporcizia, a causa dell’inciviltà di alcuni cittadini e dell’inerzia delle istituzioni. Le “pulizie civiche” sono state due: quest’estate presso i giardinetti di San Gennaro alla Zona Alta, questo autunno nel quartiere Santa Maria degli Angeli. Il risultato, oltre alla grande soddifazione personale dei partecipanti, è stato insito nell’atto stesso di aver ripulito un segmento di ambiente cittadino. Il secondo esempio rappresentato da Benevento Città Racconta in realtà non è mai stato praticato. Si tratta della proposta, fatta a giugno 2010 durante un convegno, di installare webcam di sorveglianza presso le discariche abusive di Benevento, mandando in onda le immagini in diretta sul web in modo da scongiurare altri gesti inquinanti e al tempo stesso sensibilizzando i cittadini a rendersi essi stessi controllori tramite il proprio PC. Il Comune in più occasioni definì non praticabile il progetto per i costi eccessivi, ma nel frattempo puntellava tutta la città con telecamere di dubbia utilità che (si dice) sono state volute dal Ministero dell’Interno per un progetto europeo su scala nazionale.
Ma gli occhi elettronici a Benevento mancano proprio dove servono: discariche abusive, zone a maggior tasso di crimini, monumenti e proprio il centro storico, in particolare Piazza Piano di Corte che, come si sa, è il capoluogo delle risse beneventane. E proprio per Piazza Piano di Corte sempre Benevento Città Racconta cominciò a dialogare con i residenti circa un anno fa, proponendo di adottare lì il medesimo progetto delle webcam di videosorveglianza non attuato presso i siti inquinati. Della cosa non si fece più nulla perchè le webcam costano (anche se molto meno delle telecamere standard) così come costa la corrente elettrica e l’abbonamento all’ADSL per trasmettere le immagini in diretta web. Servirebbero finanziatori, ma da chi andare? Le imprese sannite che, oggi come oggi, sono disposte ad investire lo fanno in pubblicità, ma un progetto del genere implica solo costi e nessun rientro. Cosa fare allora, rivolgersi al Comune? Il progetto allora si arenò per l’evidente paradosso di domandare sostegno economico al soggetto che, con la sua stessa inerzia, aveva reso necessario intervenire con quel progetto.
Ma se i cittadini decideranno di attivarsi da soli, anche il progetto webcam può tornare in pista. Alla proposta dei vigili privati fatta da Giancristiano Desiderio io aggiungo dunque quella di installare qualche webcam di videosorveglianza nel centro storico, mandando le immagini in diretta web e sopperendo alle necessità di elettricità e collegamento internet mediante la collaborazione tra i componenti del comitato di quartiere. La spesa potrebbe essere anticipata dai residenti del centro storico, ma se il progetto funziona (e funzionerebbe di sicuro) avrebbero gioco facile a chiedere il rimborso al Comune mediante la concessione del patrocinio all’iniziativa. Visto che si spendono 170mila euro per gli addobbi natalizi, qualche migliaio di euro per qualche webcam non dovrebbe essere un problema per Palazzo Mosti.
Caro Simone apprezzo il lavoro di BCR Magazine e l’attivismo civico, ma la questione è un’altra. Il signor Desiderio non utilizza la parola “ronde” ma la sogna la notte. Come nel commento da me aggiunto all’editoriale dell’illustre giornalista, voglio ribadire che la vigilanza privata non ha personaggi così llustri da far scendere in campo. Immaginiamo una rissa: interviene un vigilante (sicuramente meno esperto di un poliziotto) che si intromette e preso dalla volontà di potere fa qualche sciocchezza. Allora si che ci scappa il morto. Invece di mettere web cam e vigilantes, l’amministrazione comunale dovrebbe attivarsi per offrire diverse occasioni di svago e di intrattenimento per i giovani. Scendere in prima linea per incentivare l’apertura di librerie, caffetterie, sale da tè e chi più ne ha più ne metta, cercando di coinvolgere i giovani del sabato sera. Sinceramente credo che la maggior parte dei giovani della “movida” voglia solo socializzare e non pestarsi. Ma chissà, forse la sua maggiore esperienza di vita potrà farmi cambiare idea!
Caro Mario, quello che dici sulle attività culturali e le possibili iniziative che il Comune dovrebbe stimolare, è giustissimo. E senz’altro questa proposta rappresenta la pars construens che è sempre necessaria, soprattutto in ambiti degradati come quello dello svago serale beneventano. Ma non mi trovi d’accordo sui vigilantes. Il ruolo di tali gruppi organizzati dovrebbe essere solo quello di segnalare e far intervenire chi di dovere in caso di reati o altri illeciti che si verificano davanti ai loro occhi. Quello che manca ora è infatti proprio il richiamo alle forze dell’ordine perchè intervengano per lo meno durante la consumazione dei reati, se non addirittura prevenendoli.