(Sanniopress) – Articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come diritto dell’individuo e dell’interesse della collettività”.
Come recita la carta fondamentale, curarsi non è un’opportunità ma un diritto che, fra l’altro, paghiamo con le nostre tasse e con i (salati) ticket su farmaci e esami diagnostici.
Erredial (gruppo CMR di S.Agata dei Goti), Centro di eccellenza per la terapia emodialitica, è con l’acqua alla gola, le risorse sono finite e le banche hanno chiuso i rubinetti. La previsisone che terrorizza i 27 dializzati è la chiusura entro pochi giorni. L’Asl di riferimento (BN1) sostiene di non avere soldi, mentre alla Regione il tatticismo dei rinvii sembra una strategia consolidata proprio quando si tratta della salute della gente.
C’è da restare letteralmente sgomenti di fronte all’insensibilità, la definirei incoscienza, di chi è perfettamente consapevole che un paziente in dialisi non sottoposto alla depurazione del sangue per un periodo di oltre una settimana, è condannato a morte sicura. Il governatore Caldoro sembra aver interpretato il compito (necessario, fuor di dubbio) del piano di rientro della spesa sanitaria come una semplice sortita di caccia allo spreco, senza un’attenta e responsabile analisi di ciò che va assolutamente eliminato e ciò che, in alcuni casi, senza provvedimenti alternativi, implica perfino rischi mortali.
Egli ostenta i numeri dei risultati raggiunti e, seppur non giustificabile per i ceti più deboli, i provvedimenti adottati per il pareggio del disavanzo potrebbero anche starci. Ma, bloccare, stornare, rinviare, ritardare i rimborsi delle spese per i kit dialitici (filtri, linee, aghi, sacche , ecc.), esponendo in tal modo, a rischio, il proseguimento dell’unica terapia in grado di tenere in vita il paziente (è bene ribadire che la dialisi è una terapia salvavita), è una decisione impossibili da capire, e inqualificabile in senso morale, della quale il/i responsabili si sobbarcano la piena responsabilità delle conseguenze. Se a ciò si aggiunge l’ulteriore taglio alla Sanità di 2,5 miliardi di Euro disposto dal governo Monti, altro che strategie di rientro di bilancio: per la Sanità, la frittata è oramai fatta!
L’autogiustificazione dei carnefici nazisti davanti ai tribunali militari del dopoguerra, per la loro opera di morte, era la parola “dovere”. Il dovere di ubbidire agli ordini dall’alto, al volere del Fhurer. Benché un tale paragone possa sembrare eccessivo e fuori luogo, la drammatica situazione finanziaria che minaccia la spravvivenza dei Centri dialisi privati in Campania, lascia intravedere lo spettro di un nuovo “massacro”, in un sistema di assistenza sanitaria che fa del malato mercanzia per la conquista (o la conservazione) del potere, senza responsabili e senza colpevoli, a meno di voler mettere il solito Silvio, emanatore del decreto (Piano di rientro spesa sanitaria2007 -2009) sul banco degli imputati. Secondo un dato di Arcade, a fine dicembre 2010 i crediti dei centri dialisi associati ammontavano a 63 milioni di Euro. Una cifra notevole. Viste, ora, le intenzioni del premier Monti, la “liquidazione” dei Centri privati: polispecialistici, riabilitativi, dialisi e quant’altro, sono un sospetto non esattamente peregrino.
Spero di sbagliarmi ma, riunioni ad hoc, indette negli ultimi giorni, rinviate per l’assenza di personalità importanti, lanciano un segnale molto preoccupante sulla volontà di risolvere in tempi brevissimi, il problema. Anzi, dei problemi, perché, oltre a quello vitale per i dializzati, esiste, al solo CMR di Sant’Agata dei Goti, una forza lavoro (oltre 160 dipendenti, il 90% con famiglia a carico): medici, infermieri, personale viaggiante, ecc. – SENZA STIPENDIO dal mese di Maggio!!! I dipendenti pubblici, grazie a stipendio e tredicesima potranno godersi un felice e Santo Natale. Ai responsabili di questa GIUSTA ed EQUA Italia vorrei chiedere solo il coraggio di guardarsi allo specchio.