(Sanniopress) – La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e le forze di polizia negli ultimi giorni hanno portato a compimento due importanti operazioni contro il clan dei Casalesi: l’arresto di Michele Zagaria, uno dei capi storici della camorra casertana, e la richiesta di arresto per l’on. Nicola Cosentino, coordinatore regionale del PdL, da anni al centro di inchieste giudiziarie dalle quali emerge il suo ruolo di referente politici nazionale dei casalesi.
In tutto il mondo si commentano con soddisfazione questi risultati frutto di un lungo e costante impegno innanzitutto di un gruppo di magistrati campani guidati da Federico Cafiero De Raho, procuratore aggiunto antimafia, e da investigatori che da anni si occupano con sacrificio del contrasto alla malavita organizzata.
Solo a Benevento nessun politico o amministratore ha avuto il coraggio di commentare questi risultati che riguardano un clan che ha influenze accertate in tutta la nostra provincia e collusioni con il locale “partito del mattone”. Anche la stampa locale conferma di essere distratta su queste vicende, come già si è verificato per la P3 e gli affari di Pasqualino Lombardi in città; per la P4 e il ruolo di Marcello Fasolino, promotore della Luminosa; per la truffa delle polizze fideiussorie della “operazione Malta” che ha portato all’arresto di Paolo Viscione, grande accusatore di Marco Milanese, ed altri professionisti beneventani.
La stessa volontà di non approfondire gli episodi di malaffare che riguardano nostri concittadini porta a non interrogarsi neppure sul caso clamoroso di Giovanni Lizza, promotore finanziario, arrestato su richiesta del procuratore antimafia siciliano, Antonio Ingroia, per riciclaggio di sessanta milioni di dollari provenienti da tangenti ed altre attività illecite. Anche questa notizia viene sottovalutata, eppure lo stesso professionista era già stato coinvolto nel crac di due società di Brescia e Como, con un altro socio beneventano, e nella truffa di 920 milioni di lire denunciata dalla suocera che ha portato alla condanna di un prete salernitano, presidente dell’Istituto per il sostentamento del clero.
Ovviamente a Benevento, dinanzi al crescente e sempre più evidente livello di corruzione, rimangono in imbarazzato silenzio anche la Curia, la associazione Libera ed altri soggetti che pur si accreditano per attività anticamorra che si riduce a semplici celebrazioni senza avere mai il coraggio di denunciare fatti e personaggi locali.
Altrabenevento continuerà come sta facendo da sei anni, a contrastare il malaffare, “mettendoci la faccia” e sperando che, anche qui da noi, la magistratura e le forze di polizia riescano ad arginare fenomeni di corruzione che nessun altro vuole davvero contrastare.
* presidente associazione Altrabenevento