(Sanniopress) – Nella nostra piccola realtà di provincia assistiamo, da qualche anno a questa parte, a vari e diversi tentativi rivoluzionari all’interno delle scuole promossi e guidati dalle future classi piccolo-borghesi, figlie di quelle che furono.
Ogni anno, prima di Natale, cotali figuri, costituite entità poco identificabili e collocabili quali collettivi studenteschi et similia, trovano il pretesto per occupare o tentare di occupare gli Istituti Scolastici, commettendo, opportuno ricordarlo, un reato, un attentato ad un articolo costituzionale, quello che riconosce e garantisce il diritto allo studio.
Quest’anno la situazione ha assunto caratteri assurdi: ho assistito basito all’occupazione del Marco Polo, dove in una sola giornata sono stati fatti quasi 150mila euro di danni, alla tentata occupazione del Guacci e dell’Alberti. L’assurdità risiede nella totale mancanza di motivi per le sopracitate azioni. Una massa informe di studenti si è gettata all’assalto del proprio istituto per il gusto becero di commettere una violenza fine a sé stessa, di distruggere il poco che c’è di costruito e costituito.
Le stesse persone le ritrovo in piazza a lottare per il proprio diritto allo studio; mi sembra, quantomeno, una grossa incoerenza. Come studente sono indignato e mi vergogno del fatto che io possa essere considerato alla loro stregua, appartenente alla loro stessa categoria.
Nella settimana entrante sono state organizzate attività in preparazione di una seconda ondata d’assalto, da tenersi da lunedì 5. Il preludio alla tempesta. Una tempesta illogica, brutale, cattiva e condotta dall’ignoranza. Come rappresentante d’istituto del Liceo Classico Pietro Giannone combatterò e mi sgolerò fino alla fine affinché la nostra scuola, quella che dovrebbe formare la classe dirigente del futuro, dotata di coscienza sociale e politica, non sia danneggiata.
In caso contrario mi vergognerei di rappresentare un branco di vandali, e rimetterei il mio mandato nelle mani della scuola. Il mio intento è quello di far riflettere quantomeno i miei compagni dell’inutilità di tale azione violenta, dell’assurdità di seguire a ruota, come i pecoroni, qualche facinoroso, qualche pazzo estremista.
Il mio intento è quello di far prevalere la voce della coscienza e della giustizia su quella della disinformazione e dell’ignoranza, è quello di dimostrare alla città che se il nostro Liceo è stimato c’è un motivo. Credo ancora che la maggior parte dei miei compagni, anche quelli ai quali l’occupazione fa comodo per restare a dormire a casa, abbia “in interiore homine” un nume di coscienza e razionalità, che è necessario saper tirar loro fuori per sventare un azione di cui pagheremmo le amare conseguenze.
Ricordo le parole del mio futuro professore di storia e filosofia, che l’anno scorso, alla fine dell’occupazione, citò Socrate, dicendo: “Non si risponde ad un atto di ingiustizia con un atto di ingiustizia”.
Occupare vuol dire distruggere: fisicamente la nostra scuola, in senso astratto il nostro futuro, la nostra cultura, il nostro essere esseri ragionanti!
* rappresentante d’istituto del Liceo Classico Pietro Giannone
Io sono stato studente del Liceo Classico Pietro Giannone ed ho assistito a due occupazioni e a decine e decine di “iniziative” per tenere la scuola chiusa, soprattutto rottura di estintori ed altri atti di vandalismo. Nella mia carriera studentesca non ho mai, e dico mai, ascoltato nessuno studente, men che meno rappresentante, affermare con tale preparazione e convinzione questi concetti, che io condivido fin nel profondo. Bravo Matteo, continua nella tua battaglia perchè è quella giusta. Tutti noi impariamo col tempo che ogni scelta nella vita ha un peso, anche volersi svegliare tardi la mattina. L’importante è non accorgersi troppo tardi di aver fatto la cosa sbagliata, per amore del conformismo sragionato e della superficialità, da cui peraltro la nostra città è invasa.
Prima di infangare il nome di altre scuole , gardate e rendetevi conto del vostro poco attivismo !!!!