(Sanniopress) – Nell’ultimo spettacolo teatrale di Gino Rivieccio, “La pazienza indifferenziata”, c’è una grandiosa battuta sui vigili urbani di Napoli che, però, fatta qualche modifica si attaglia bene anche ai vigili urbani di Benevento. La scenetta da immaginare è questa: Vigile napoletano bussa al paradiso e chiede dei colleghi: “Non c’è nessuno, vedete abbasso”. Bussa al purgatorio ed è la stessa cosa: “Vedete più in basso”. Bussa, timoroso, all’inferno e ancora si sente dire: “Vedete abbasso”. Abbasso? Ma che c’è più abbasso? “Il bar!”.
Più che un luogo comune è un luogo sicuro dove trovare i vigili urbani di Napoli (con annessi ausiliari del traffico e della sosta: quale sia la differenza non è dato sapere). E a Benevento e dintorni? Ogni tanto qualche vigile urbano il caffè se lo va a fare, ma è un peccatuccio veniale. A Benevento, invece, c’è un altro “luogo comune” dove i vigili stazionano vita natural durante, tanto che per rimuoverli da lì ci vorrebbe il classico carro-attrezzi. Mettiamola così: un vigile urbano beneventano bussa alla porta del paradiso e chiede dei colleghi. Gli rispondono: “Prova più sotto”. Bussa alla porta del purgatorio e gli dicono: “Guarda più sotto”. Con un po’ di paura bussa alla porta dell’inferno e gli dicono: “Guarda più sotto”. O Gesù – dice – ma che ci sta più sotto? “Il Corso Garibaldi”.
Qui, all’inizio di Corso Garibaldi davanti alla Provincia, avete la certezza di trovare i vigili urbani in servizio permanente affettivo: nel senso che al luogo vi sono molto affezionati. Soltanto le guardie svizzere del papa e i corazzieri del Quirinale sono più stanziali dei vigili urbani di Benevento. Come le guardie del pontefice e i soldati del presidente anche i vigili di Benevento si alternano nella loro opera di vigilanza: controllano che Traiano non si muova di un passo, che il leone della Rocca non scenda dalla colonna, che nessuno osi parcheggiare nei posti riservati ai “provinciali”. Per il resto, i vigili dormono sonni tranquilli, tanto che piuttosto che chiamarli vigili urbani si possono chiamare anche dormienti urbani.
Voi sapete molto meglio di me che davanti al pronto soccorso del Rummo sono stati installati alcuni semafori detti “intelligenti”. Da quando questa intelligenza semaforica è stata installata non si circola più. Le code intelligenti erano diventate così lunghe che Nicola Boccalone – che da Corso Garibaldi dove stazionava con i vigili urbani si è trasferito alla guida del Rummo – ha dovuto segnalare il caso clinico di ambulanze in coda o imbottigliate nelle file intelligenti di auto causate dal semaforo superdotato. Ora l’intelligenza semaforica è stata sospesa e si attende la prossima intelligente mossa dell’amministrazione Pepe. In attesa della nuova intelligenza comunale mi permetto di usare – come sostiene il presidente Cimitile – la mia modesta intelligenza individuale per dire: se proviamo a spostare un vigile o due dal Corso Garibaldi all’incrocio del pronto soccorso del Rummo forse, per una volta, riusciamo a risolvere un problema senza spendere soldi e facendo lavorare qualcuno. Vuoi vedere che il problema è proprio questo?