(Sanniopress) – La Caritas e la Fondazione Migrantes hanno presentato oggi il 21° Rapporto sull’immigrazione in Italia. Un fenomeno in costante aumento, che diventa sempre più stabile e diffuso. Anche in Campania, che un tempo era esclusivamente terra di transito. Qui, al 31 dicembre 2010, il dossier conta 164.268 cittadini stranieri residenti, pari al 3,6% del dato nazionale.
La Campania si conferma la settima regione italiana per incremento della popolazione straniera rispetto al 2009. In percentuale, registra un più 11,7%. Napoli è la città che ha catalizzato il maggior numero di residenti, 75.943, seguono Salerno con 38.082 e Caserta con 32.784, chiudono l’elenco Avellino con 11.257 e Benevento con 6.202. In percentuale, nella provincia del capoluogo partenopeo si è stanziato il 46,2% degli stranieri, in quella di Salerno il 23,2%, nella provincia di Terra di lavoro il 20%, in quella irpina il 6,9%, in quella sannita il 3,8%. Le donne hanno un’incidenza, a livello regionale, del 58,3%.
La vivacità demografica dei migranti è facilmente verificabile dall’esame dei dati relativi ai minori, figli degli immigrati che, si legge nel Rapporto, sono il 16,1% della popolazione straniera complessiva in Campania. Nel 2010, 836 bambini sono nati all’ombra del Vesuvio, 382 a Salerno, 375 a Caserta, 94 ad Avellino e 57 a Benevento. La seconda generazione conta 15.948 giovani: 7.673 a Napoli, 3.449 a Caserta, 3.192 a Salerno, 1.096 ad Avellino e 538 a Benevento.
Si sono iscritti a frequentare l’anno scolastico in corso 16.751 studenti: 7.054 sono alunni delle scuole partenopee, 3.927 di quelle casertane, 3.754 di quelle salernitane, 1.291 presso quelle avellinesi e 725 presso quelle beneventane.
Rispetto al 2002, la regione ha registrato un aumento percentuale della popolazione straniera del 280,2%. Dei cinque capoluoghi campani, negli ultimi otto anni, Salerno ha subito l’incremento maggiore, del 445,4%. Seguono Benevento, 353,7%, Caserta, 308,6%, Avellino, 264,2% e poi Napoli, 219,9%.
In Campania si stabiliscono soprattutto migranti europei, seguono quelli africani e asiatici e a grande distanza quelli provenienti dal continente americano. Preponderante è la presenza di ucraini, di rumeni, di marocchini, di polacchi, di cinesi, di srilankesi e di albanesi.
In una regione che non riesce più a crescere, si legge nel dossier, molti trovano lavoro nel settore dei servizi alle famiglie, sopperendo alle carenze del welfare locale. Ma tanti altri sono impiegati nel commercioambulante, nelle attività agricole delle aree rurali, nei servizi alle imprese, come manodopera edile. I cinesi, invece, danno un forte impulso alle attività autonome.
Il rapporto Caritas – Migrantes rileva un dato singolare: nelle province di Avellino e Benevento, a forte vocazione agricola, gli stranieri raggiungono il più basso tasso di inserimento lavorativo rispetto agli altri settori. Nel Sannio, infatti, lavora inagricoltura solo il 13,8% del totale provinciale e ad Avellino solo il 7,6%. Il macro settore primario dei servizi, che a Napoli raggiunge il 64,5% degli stranieri impiegati, ad Avellino raggiunge una perfetta parità col terziario 45,3%. A Benevento addirittura il settore dei servizi, la cui soglia è del 40,6%, è scavalcato dal comparto industriale 43.3%.
Considerando che i dati si riferiscono a rapporti di lavoro contrattualizzati, che purtroppo non rispecchiano la realtà dei fatti costituita da molti irregolari, Benevento ha il primato per il più basso numero di infortuni sul lavoro. (d.c.)