di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – La verità sapete qual è? Sono tutti mastelliani. La colpa di Mastella è di essere solo se stesso e quando da ministro della Giustizia decise che era cosa buona e giusta togliere la scuola di magistratura a Catanzaro per darla a Benevento altro non fece che essere se stesso e applicare la regola madre della sua politica delle clientele: prima di tutto il “particulare”. Ma gli altri – santo iddio – gli altri che cosa hanno fatto? Nessuno ha criticato Mastella e tutti si sono allineati al suo clientelismo. Ma – ed è qui il punto da chiarire bene – perché nessuno ha criticato Mastella? Molto semplice: perché non conveniva. Mastella da ministro della Giustizia aveva dirottato la scuola di magistratura da Catanzaro a Benevento e chi avesse osato criticare la scelta avrebbe per lo stesso motivo detto che prima vengono gli interessi dell’Italia e poi quelli di Benevento. Insomma, avrebbe dovuto scoprire l’acqua calda ma, purtroppo, siamo messi così male che la classe politica non è neanche in grado di scoprire l’acqua calda.
Io sto con l’attuale ministro della Giustizia: Francesco Nitto Palma. Fa parte di un governo che non mi aggrada, che critico ogni santo giorno e con argomenti concreti ma il ministro ha non una ma dieci, cento, mille volte ragione a dire a Mastella di non buttarla in caciara e riconoscere ciò che è chiaro a tutti ed è un segreto di Pulcinella: da ministro della Giustizia Mastella fu sommamente ingiusto quando decise di togliere a Catanzaro e dare a Benevento unicamente sulla scorta della “ragione” che Benevento è la sua città. Eppure, tra tutti i politici di Benevento, dal sindaco al presidente ai parlamentari, non ce ne fu uno che disse quanto andava detto: “Se la scuola di magistratura spetta a Benevento, ben venga, ma se la scuola di magistratura spetta a Catanzaro, allora, è bene che né il ministro né i beneventani si macchino di una palese ingiustizia”. Ancora oggi non c’è nessuno che senta il bisogno – come ha invitato a fare Nitto Palma – di “dire la verità”.
Su che cosa sia la scuola di magistratura ha scritto cose definitive Simone Aversano: è uno scatolone burocratico. Aggiungo che solo in una comunità politicamente e culturalmente arretrata si può pensare di darla a intendere sullo sviluppo e sulla crescita economica menando per l’aia il cane della scuola di magistratura. Tante e tali sono le dichiarazioni dei peones miracolati di Benevento che, su questo caso ridicolo e grottesco, si potrebbe scrivere un romanzo d’appendice. C’era quella che un giorno sì e l’altro pure aveva parlato con Alfano, quell’altro che giurava e spergiurava che ormai era cosa fatta, il primo cittadino che diceva cose che nemmeno l’ultimo dice e il presidente che ripeteva cose sentite dal barbiere. Appunto, tutti mastelliani.
Questa storia sembra quasi un apologo, una parabola, una favola morale, insomma, una di quelle cose della letteratura antica o di Molière in cui il più pulito ha la rogna. Guardate un po’: c’è lui, Mastella, che è indicato come il peggior di tutti i mali del Sannio e da ministro preferisce senza colpo ferire spostare dalla Calabria al suo collegio elettorale di Benevento una scuola. Ci sono gli altri che, in gran massa, sono tutti dichiaratamente anti-mastelliani e anche se lo conoscono e ci hanno amministrato e governato lo trattano sempre come se fosse un appestato (Clemé, lo sai bene che solo io ti ho difeso quando magistrati e giacobini ti davano addosso) però se Mastella li spiazza sul piano del clientelismo loro, gli anti-mastelliani che han governato con lui cercando di fregarlo e di fregargli il mestiere, non sono capaci di sostenere uno straccio di argomento nazionale e diventano più realisti del re, più mastelliani di Mastella. Ci sono quelli e quelle – è ovvio, che diamine – che sono il nuovo, che sono un’altra cosa, che non fanno parte della casta anche se sono stati accatastati come le sardine nel barile e i metri quadri al catasto, ecco ci sono questi e quelle che sono addirittura per la meritocrazia però, però, se si può fottere Catanzaro e dire che si è riusciti a portare a Benevento questa colossale scuola di magistratura, beh, allora chissenefotte della meritocrazia e altre zoffolate del genere. Qui l’unica cosa è dimostrare – pensano i nuovi arrivati e gli intellettuali prestati, con danno, alla politica – che io posso prendere il posto di Mastella.
Sono tutti mastelliani. E, come al solito, tra la copia e l’originale è sempre meglio l’originale. Mastella fa meno male a Benevento di quanto riescano a farne gli attuali antimastelliani. Mastella fa il suo gioco, come ha sempre fatto. Ma chi quel gioco dovrebbe vincere si è rivelato inconsistente. Mastella fa un danno materiale, gli anti-mastelliani mastelliani ne fanno uno morale. Tra i due, non c’è dubbio, il peggiore è il secondo, perché riguarda l’anima. L’unica cosa che bisognava dire ai beneventani nessuno l’ha detta: per vivere e crescere non avete bisogno di rubare a Catanzaro la scuola di magistratura.