di Matteo Finco
(Ossigeno per l’informazione) – E’ un piccolo giornale di quattro pagine, distribuito, il più delle volte, in mille copie. Lo fanno alcuni cittadini impegnati nella politica locale. Fanno a colletta per stampare il giornale e lo distribuiscono casa per casa. Si chiama Trasparenza e Legalità. Si può leggere sul sito www.trasparenzaelegalita.net
Nessuno dei sei redattori è iscritto all’Ordine dei Giornalisti: il direttore è un commercialista, il direttore editoriale è dirigente sindacale della Cgil, il caporedattore uno studente universitario. Poi ci sono alcuni collaboratori esterni. Vanno avanti così da ha nove anni. Ma ora il giornale rischia di non raggiungere il decimo anno di attività a causa di due querele arrivate lo scorso luglio. La prima, sarebbe stata presentata dal sindaco di Agropoli, Franco Alfieri; la seconda, invece, dal vicesindaco di Torchiara, un paese vicino del Cilento.
Della prima querela finora Trasparenza e Legalità ha avuto solo un preavviso, Sarebbe a carico di Carmine Parisi, studente di Giurisprudenza a Salerno e caporedattore del giornale di Agropoli), per un articolo nel quale si faceva la cronaca di alcune compravendite di immobili nel centro di Agropoli stipulate in contemporanea con l’acquisto del castello medievale da parte del Comune.
C’è un vecchio contenzioso fra il piccolo giornale e il sindaco. La querela è solo l’ultimo episodio, in ordine temporale del difficile rapporto. Parisi racconta che fino al 2006, al suo giornale gli sponsor non mancavano e la redazione andava avanti senza difficoltà. Poi fu eletto sindaco Franco Alfieri, le cose cambiarono. Eppure sia il sindaco Alfieri, sia i redattori di Trasparenza e Legalità sono militanti Pd.
“Da un anno a questa parte – racconta Parisi – il nostro giornale è rimasto il solo organo indipendente della città. Inizialmente c’era la pur moderata azione dei consiglieri del centro-destra e di un altro aggressivo giornale locale, che fa riferimento al Pdl. Dall’arrivo di Alfieri i margini di dialettica democratica si sono ridotti. La sua politica, che ha l’appoggio delle imprese di costruzioni, è infatti riuscita a coinvolgere numerosi esponenti dell’opposizione. Noi in questi anni abbiamo condotto battaglie in difesa della legalità e della tutela dell’ambiente e proprio per queste ragioni ci siamo attirati le inimicizie di alcuni potenti”.
“Il sindaco – aggiunge Parisi – ha cominciato ad attaccarci durante le riunioni di partito. Diceva che il nostro giornale ‘è davvero penoso dalla prima all’ultima pagina” perché scriviamo solo ‘porcherie’. Una volta mi ha minacciato personalmente. Ha detto che se non la smettevo di scrivere su questo “giornale del cazzo” ci avrebbe pensato lui a farmi smettere prendendomi per il collo e appendendomi al muro per il cravattino”.Poi, il 7 luglio 2011, durante il congresso cittadino del Partito Democratico, altre minacce. Il sindaco, racconta Parisi, gli ha urlato addosso che da allora in poi l’avrebbe querelato ogni volta che avrebbe scritto qualcosa sul suo conto. Parisi spiega che in nessuno dei due casi ha ritenuto necessario presentare una denuncia, ed è ancora convinto che la questione si possa comporre senza andare in Tribunale.
Ma il sindaco Alfieri la pensa diversamente. “Questo giornalino – dice a Ossigeno per l’Informazione – fa capo a un sindaco sfiduciato e sconfitto in passato (Antonio Domini, ndr) ed è zeppo di insulti e mistificazioni. Agropoli è una cittadina modello. Questo giornale ne parla come se fosse una delle peggiori città della Locride”. E riguardo all’articolo che l’ha spinto a querelare, il sindaco aggiunge che il giornale “alimenta una serie di sospetti e dicerie. Questo – dice – non è giornalismo, ma odio, accanimento verso qualcuno. Noi non avevamo querelato mai nessuno prima, ci hanno costretto”.
La seconda querela (penale, per diffamazione) il giornale l’ha ricevuta invece dal vicesindaco della vicina Torchiara, l’avvocato Massimo Farro. Torchiara è anche il comune di residenza del sindaco Alfieri. A Torchiara, racconta Parisi, “tutti gli amministratori sono riconducibili ad Alfieri, tutte le cose importanti, le costruzioni, i permessi, sono decisi da lui”.
Questa seconda querela, secondo Parisi, è totalmente pretestuosa, perché Farro si considera offeso e danneggiato dal fatto che Trasparenza e Legalità ha pubblicato il testo di una delibera del suo Comune. In realtà, il testo è accompagnato da un commento critico alla notizia che all’avvocato-sindaco Farro è stato conferito un certo incarico professionale dal Comune di Agropoli. L’incarico dato riguarda la difesa del Comune di Agropoli presso il Tribunale di Vallo della Lucania in un processo intentato da quattro suoi funzionari per percepire delle differenze retributive. Il commento sottolinea il fatto che l’incarico legale sarebbe stato dato a Farro con il massimo compenso previsto in questi casi.
“Noi del giornale abbiamo fatto notare l’inopportunità di destinare queste nomine a parenti stretti di consiglieri comunali”, spiega Parisi.
“Quell’articolo è proprio diffamatorio”, ha detto a Ossigeno Massimo Farro. “Io ho querelato l’autore dell’articolo, mentre con il direttore responsabile ci sono andato a parlare. Quel signore che scrive sul giornale (Parisi, ndr) è un nemico accanito del sindaco di Agropoli. Ha scritto che io ho ricevuto il massimo compenso per l’incarico in base al fatto che nel consiglio comunale di Agropoli c’è mio fratello. Inoltre nell’articolo fa esplicito riferimento a favori che io avrei scambiato con mio fratello. A parte il fatto che l’incarico non lo dà il Consiglio comunale, ma la Giunta, io avevo già avuto altri incarichi dal Comune. E la storia del massimo compenso è una stupidaggine: io nel compenso prendo quanto stabilito dai regolamenti. Si tratta di seimila euro in tutto”.
Parisi denuncia un problema più generale: “Queste querele sono strumentali ad un disegno pubblicamente ostentato che punta a distruggere il nostro giornale perché il concetto di ‘potere’ di chi amministra la nostra comunità non contempla la possibilità di opinioni in dissenso o, peggio ancora, di fare del giornalismo libero e d’inchiesta. Dietro Trasparenza & Legalità non ci sono né costruttori, né banche, né poteri forti dell’economia locale. Non si può dire la stessa cosa di chi ci ha querelati. I nostri querelanti sanno che se dobbiamo destinare alle spese legali i soldi delle collette che periodicamente facciamo per stampare il giornale, non potremo più fare il giornale e così smetteremo di ‘dare fastidio’, con buona pace della libertà di critica e di cronaca previsti dalla nostra Costituzione”, racconta.
Da ultimo sono arrivate pressioni al direttore responsabile, Angelo Carlo Buccino, perché ritiri la firma dal giornale. Stanno facendo leva sul suo lavoro di commercialista. “Mandano degli ‘ambasciatori’ – precisa Parisi – a dirgli che se non ritira la firma dal giornale molte imprese gli toglieranno l’incarico per la tenuta della contabilità”.
Non ci sono però solo le querele: i Giovani Democratici di Salerno hanno espresso solidarietà ai redattori. “Auspichiamo – si legge in una nota della segreteria – un ritorno alla dialettica ed alla discussione politica, affinché si possa sviluppare uno scontro anche forte ma in cui le persone non debbano mai aver paura di “pagare caro” il prezzo delle loro affermazioni”. Altri attestati di solidarietà sono arrivati con comunicati stampa, “per non parlare poi”, dice Parisi, “dei messaggi privati e delle mail”.
Inoltre alcuni cittadini hanno deciso di appoggiare pubblicamente Trasparenza e Legalità. Qualche sponsor sta tornando, anche in maniera ‘occulto’, perché alcuni, per timor di rappresaglie, non vogliono far sapere che sostengono il giornale.
“Il 16 settembre – racconta Parisi – c’è stata a Paestum un’iniziativa di solidarietà nei nostri confronti, con una piccola raccolta fondi, alla quale ha partecipato una cinquantina di persone. Con l’uscita di settembre credevamo proprio di essere arrivati all’ultimo numero. Ora invece stiamo cercando di andare avanti”.