di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Preparatevi al peggio. La annunciata rivoluzione dei parcheggi non sarà indolore. Sarete voi (noi) a farne le spese perché, come diceva l’inarrivabile marchese del Grillo, “io sò io e voi non siete un cazzo”. La rivoluzione sarà salata, salatissima. Le cose stanno così: per parcheggiare dovete pagare, se sbagliate parcheggio sarete multati (i vigili multanti fanno parte di una categoria a parte di vigili, quelli con la casacchina catarifrangente , che aumentano a vista d’occhio). Se parcheggiate altrove perché sotto casa non avete trovato posto sarete multati lo stesso. L’assessore Guerra – cognome adattissimo, complimenti – si difende bene e dice che si limita ad applicare la legge e il 50 per cento dei parcheggi deve essere a pagamento. Ma che fine ha fatto l’altra metà?
Va bene che l’automobilista è sempre incazzato, ma qualche motivo ce l’ha. Uno, ad esempio, potrebbe essere questo: se in tutta la città ci saranno parcometri, perché ci devono essere aree ad esclusivo appannaggio politico? Per il signor nessuno l’area di sosta davanti alla Provincia è off-limits. Non solo non vi può parcheggiare, non può neanche pensare che vorrebbe parcheggiare lì perché i vigili catarifrangenti che sostano vita natural durante proprio lì come se fossero Garibaldi a cavallo, gli multano anche il pensiero. Ora, assessore Guerra, un poveraccio – non in senso figurato ma alla lettera perché tartassato di multe – che abita da quelle parti e che non può sostare nei dintorni di casa perché i posti sono tutti occupati da chi abita altrove ma lavora lì e si è munito di permessi di ogni tipo e fantasia, ecco un poveraccio così si chiede perché lui deve pagare e altri invece hanno il posto gratis e riservato. La domanda, così, ad occhio e croce, mi sembra legittima.
Se si fa la rivoluzione dei parcheggi, così ricca di buone intenzioni, è bene che si faccia anche la rivoluzione dei parcheggi riservati. Se si chiede al signor nessuno – sarebbe il cittadino – di pagare per la sosta, è bene dire anche a chi fino ad oggi ha parcheggiato senza traumi e senza soldi che non ci possono più essere privilegi (non è colpa mia se viviamo in un paese in cui perfino il parcheggio può essere un privilegio). Le rivoluzioni devono portarsi dietro un senso di giustizia, altrimenti non sono rivoluzioni ma imposizioni. Il parcometro deve essere per tutti, non solo per Nessuno. Quindi, ben venga la rivoluzione dei parcheggi ma affinché tutte le auto siano uguali è bene che ci sia contemporaneamente anche la rivoluzione dei parcheggi politici.
La cosa è di facile applicazione. E non solo è giusta, ma anche utile. Il politico – consigliere, assessore, presidente che sia eccetera eccetera – che deve impegnarsi a trovare un buon parcheggio, nelle rare strisce bianche o nelle onnipresenti strisce blu, sarà più umano e meno padreterno. Avere una vita quotidiana complicata come gli altri aiuta a concepire una politica migliore. Farsi un quarto d’ora, mezz’ora di giri e rigiri per trovare un parcheggio in regola con la legge aiuta a stare più a posto con la coscienza.