di Giovanni Pio Marenna
E’ inutile che ci giriamo attorno, “siam mica qui a tagliare i bordi ai toast?”, direbbe il Bersani imitato da Crozza. Qui le cose vanno chiamate con il loro nome e cognome. L’arresto dell’ex sindaco di Calvi Molinaro e di due dipendenti comunali, per reati gravissimi quali l’associazione per delinquere, la concussione, il falso, la lottizzazione abusiva, l’abuso d’ufficio e la distruzione di atti pubblici, non ha meravigliato i cittadini di Calvi. In un servizio de “Il Quaderno”, infatti, la giornalista, nel fare meticolosamente un po’ di domande in giro, riporta che “tutti i cittadini che hanno risposto alle nostre domande non sono affatto sbalorditi”. Nel leggere i primi commenti dei cittadini di Calvi dovremmo, invece, stupirci noi. E non poco. Un rilevante campione di persone che abitano a Calvi non s’è sorpreso delle accuse mosse a Molinaro perchè era a conoscenza che c’era del marcio in Danimarca. Ma se sapevano delle presunte illegalità perchè non le hanno denunciate? Cioè erano informati che girava indisturbato un ladro di polli e non solo non hanno aperto bocca, ma gli hanno dato anche la loro fiducia votandolo per circa 20 anni? Siamo al confine tra la connivenza ed il masochismo, tra la complicità e l’omertà, tra l’ipocrisia e la viltà. Con, in più, l’ulteriore paradosso della faccia tosta di dirlo apertamente. Come se non fossero fatti loro, come se la cosa non li riguardasse, come se tutto ciò fosse naturale.
Riportando la questione su una scala più vasta, è questo il maggiore problema dell’Italia. Il nodo principale non è il Berlusconi di turno che si candida, ma gli italiani che, sapendo benissimo chi è e cosa fa, lo votano. E non sarà certo l’ormai imminente fine del berlusconismo a salvare il nostro Paese. Dovrà cambiare ed essere ribaltata, anzitutto, la mentalità. Quella del piacere personale, della raccomandazione, del “do ut des”, della protezione del potente di turno. Per un delinquente che corrompe c’è sempre un altro che decide di farsi corrompere o per convenienza del momento o per interessi futuri o per vigliaccheria e paura di ritorsioni. E’ vero, non si sconfiggono dall’oggi al domani, soprattutto nel Sannio, 40 anni di clientelismo e di metodi che puzzano d’illecito. Ormai è diventata come una pelle che alcune persone abitano, è diventata cioè l’assurda normalità che, tutto sommato, fa anche comodo (mentre il combattere e denunciare il malaffare sono stati relegati ad eccezione). Ma da qualche parte si dovrebbe pur iniziare, prima o poi, no? Chi tace e chi piega la testa di fronte all’illegalità, diceva Falcone, muore ogni volta che lo fa. Molti cittadini di Calvi, intervistati dalla giornalista de “Il Quaderno” hanno detto, più o meno esplicitamente o lasciandolo intendere, di essere a conoscenza dei sistemi usati da Molinaro. Se Molinaro risulterà effettivamente colpevole, perchè responsabile dei reati che gli vengono imputati, ed andrà di diritto in uno dei gironi infernali di dantesca memoria, a chi sapeva ed ha taciuto rendendosi connivente potrebbe anche toccare di entrare a pieno titolo tra gli ignavi. Ne avrebbe tutti i demeriti.