di Gabriele Corona
(Sanniopress) – L’ex sindaco di Calvi, Giovanni Molinaro, è stato arrestato insieme a due funzionari di quel Comune con accuse gravissime per reati che vanno dalla organizzazione per delinquere alla concussione nell’ambito di una indagine condotta dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Antonio Clemente e dai Carabinieri di San Giorgio del Sannio guidati dal luogotenente Pietro D’Alì.
Il Giudice per le Indagini Preliminari che ha disposto la misura cautelare, Sergio Pezza, ha sottolineato che per gli arrestati si ipotizzano anche i reati di falso, lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio, calunnia e distruzione di atti pubblici per i quali gli accertamenti sono ancora in corso.
Si tratta quindi di contestazioni gravissime che il GIP nella sua ordinanza sottolinea per descrivere il comportamento del Molinaro che si è comportato come un prepotente medievale che, approfittando del potere derivante dalla sua carica di amministratore pubblico, ha vessato molti dei suoi concittadini ed alcuni impegnati comunali che non si erano piegati al proprio volere, per pretendere l’assegnazione di appalti a ditte amiche, contributi a famiglie compiacenti, la nomina di tecnici di suo gradimento, l’assunzione al Comune e presso ditte private di suoi raccomandati oppure per ottenere benefici vari e voti, naturalmente.
Insomma si tratta di tutti quei reati cosiddetti “contro la pubblica amministrazione”, cioè commessi da funzionari pubblici o politici che, approfittando del ruolo e del consenso ricevuto dai cittadini attraverso il voto, gestiscono la “cosa pubblica” per interessi personali o per favorire le proprie clientele o il partito di appartenenza.
Si tratta di attività criminose che si riscontrano frequentemente ma l’attività di indagine su reati di questo tipo è lunga e complessa e nei pochi casi in cui si conclude con una richiesta di provvedimenti cautelari o di condanna, si registrano subito le attestazioni di solidarietà per gli arrestati e/o indagati da parte dei cittadini sudditi e, soprattutto, da parte di politici, spesso anche di parti politiche avverse.
Insomma, in genere la “casta” dei politici è solidale con gli accusati.
Questa volta, però il copione non viene rispettato. I cittadini di Calvi e zone limitrofe non mostrano affatto di essere meravigliati, anzi tutti dicono che i fatti erano risaputi e si meravigliano, al contrario, che l’autorità giudiziaria non sia intervenuta prima. Anche i politici si mantengono cauti perché sono consapevoli che Molinaro ha effettivamente esagerato e che proprio non è difendibile.
In effetti, come chiarisce lo stesso GIP, i fatti per i quali vengono oggi contestati reati gravissimi si sono svolti nell’arco di dieci anni senza che fosse posto un freno a Molinaro e company. Risulta, addirittura, che una parte dei reati contestata era già stata accertata con una indagine della Digos negli anni scorsi che però fu, incomprensibilmente, archiviata o ridimensionata al punto che a Molinaro fu contestato solo il reato di abuso di ufficio per il quale è stato condannato ad un anno di reclusione che neppure ha scontato perché è intervenuto l’indulto.
Evidentemente è stata proprio la inefficacia di quella azione giudiziaria ad aver convinto Molinaro di poter continuare con le condotte che oggi vengono ritenute illecite da chiunque conosce un po’ i fatti e la vita amministrativa di Calvi.
Per questo motivo, Altrabenevento esprime vicinanza e gratitudine ai cittadini e ai funzionari di Calvi che hanno avuto il coraggio di denunciare, ai carabinieri che hanno condotto le indagini e ai magistrati che hanno assunto i provvedimenti, e chiede alla Procura della Repubblica e al Tribunale di Benevento di chiarire per quali motivi i fatti indicati nella informative della Digos di alcuni anni fa non furono considerati come reati, ed oggi, invece, sono alla base di gran parte delle contestazioni mosse a Molinaro e ai due funzionari comunali.