di Gabriele Corona *
(Sanniopress) – Il Ministero dell’Ambiente con un comunicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto annuncia di aver rilasciato la Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale Elettrica a turbogas di 385 mega watt da realizzare in località Ponte Valentino di Benevento.
Il decreto del ministro per l’ambiente, Stefania Prestigiacomo è stato firmato lo scorso 26 luglio a seguito del parere favorevole di quattro tecnici nominati dal Ministero ed il parere contrario di Comune e Provincia di Benevento, espressi nel corso di numerose riunioni tenute dal settembre 2009 a gennaio del 2011, nel corso delle quali era già risultata chiara l’intenzione del Governo di consentire la costruzione della centrale elettrica. Ed infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico già il 22 dicembre scorso ha rilasciato la autorizzazione finale senza neppure attendere la conclusione dell’iter per la Autorizzazione Integrata Ambientale che si è appena concluso. Naturalmente Altrabenevento presenterà ricorso al TAR contro il Decreto della Prestigiacomo e gli atti presupposti irrimediabilmente viziati da contraddizioni ed errori clamorosi.
Basta a tal proposito, segnalare che il Ministero dell’Ambiente non ha tenuto conto del decreto di compatibilità ambientale sul nuovo PUC della città di Benevento, con il quale la Regione Campania, su richiesta di Altrabenevento, ha dichiarato inedificabile l’area alla confluenza dei fiumi Calore e Tammaro che il Consorzio ASI aveva destinato alla costruzione della mega centrale a turbogas.
Occorre ricordare, inoltre che l’Autorizzazione Integrata Ambientale appena concessa, ha confermato, come espressamente previsto dalla Valutazione di Impatto Ambientale del settembre 2006, che la centrale a turbogas di Benevento si potrà realizzare solo nel caso non sia autorizzata quella di Flumeri, proposta dalla Edison. Non si esclude però, che tra le tante stranezze che hanno caratterizzato la storia della centrale Luminosa dal 2002 ad oggi, non si debba anche prendere atto che gli imprenditori finora interessati a quell’impianto in provincia di Avellino, rinuncino miracolosamente all’affare.
In tal caso la centrale a turbogas di Benevento dovrà rispettare l’altra condizione posta dal Ministero dell’Ambiente, cioè fornire alla aziende di Ponte Valentino calore e vapore per dismettere gli impianti per il riscaldamento già esistenti e quindi ridurre l’inquinamento dell’aria. Le industrie dell’area ASI, però, hanno già comunicato formalmente di non essere interessate all’offerta ma anche in questo caso non si escludono ripensamenti.
Se pure questo ostacolo dovesse essere superato, la Luminosa dovrà chiedere al Ministero e al Comune di Benevento l’autorizzazione per costruire la rete di tubazioni che attraversando i due fiumi, la ferrovia ed alcuni chilometri di strade pubbliche, possano fornire l’acqua calda agli imprenditori che prima vi avevano rinunciato.
Il progetto di centrale turbogas di Benevento prevede inoltre la costruzione di un elettrodotto interrato di due chilometri e mezzo, e un metanodotto, anch’esso interrato, di circa 5 chilometri sulle colline tra Benevento e Pietrelcina lungo un percorso caratterizzato dalla presenza di numerose frane.
La società interessata alla costruzione dell’impianto è la Luminosa srl costituita a Napoli nel 2002 su iniziativa dell’imprenditore Marcello Fasolino e poi trasferita a Milano a seguito dell’acquisto del 94% delle quote da parte della società svizzera BKW. Come risulta dagli atti giudiziari inviati alla Camera dei Deputati dai magistrati napoletani titolari della indagine sulla cosiddetta P4, è stato proprio Fasolino a dichiarare che Alfonso Papa, parlamentare del PdL recentemente arrestato, voleva partecipare all’affare Luminosa. Sulla mega centrale, al centro anche di un’altra indagine della Procura della Repubblica di Benevento, si devono ora finalmente pronunciare Nunzia De Girolamo, parlamentare del PdL che due anni fa aveva promesso di studiare il progetto, e Luca Colasanto, consigliere regionale dello stesso partito e presidente della commissione ambiente ed energia che sulla questione è rimasto stranamente in silenzio.
Sarebbe il caso, inoltre, che tutti i politici che in queste ore si agitano per la presunta cancellazione della provincia di Benevento, mostrassero pari impegno per la mobilitazione contro la centrale a turbogas destinata a danneggiare il nostro territorio per produrre energia elettrica a vantaggio di altre province.
* presidente Altrabenevento