di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Il culo va sempre di moda anche se oggi, con espressione insulsa, è definito “lato B”. In una discoteca di Vicenza si è tenuto il concorso di bellezza “Miss Lato B” e ha vincerlo è stata una ragazza di sedici anni. L’associazione dei genitori ha criticato il concorso e la partecipazione delle minorenni, ma il papà della vincitrice si è detto orgoglioso. A premiare la minorenne con il più bel “lato B” è stata la pornostar Amanda Fox. Miss Lato B avrà ora, come spesso accade per i concorsi di bellezza, offerte di lavoro? Le auguriamo buona fortuna o, con espressione curiosa, in culo alla balena. Il concorso “Miss Lato B” rappresenta bene l’idea dell’Italia del culo.
Il culo, ormai, come segno di fortuna, prosperità, avvenenza, è parte della storia nazionale. Machiavelli nel capitolo XXV del Principe dice che l’uomo è artefice del suo destino per il 50 per cento e l’altro 50 per cento è in mano alla fortuna che “è donna, et è necessario, volendola tenere sotto, batterla et urtarla”, ma qui la storia si complica ed è meglio lasciar cadere la cosa. Niki Lauda, grande pilota di Formula 1 e della Ferrari, sosteneva che si guida con il culo perché “è con la sensibilità del culo che si sente la macchina”. Antonio Gramsci ripeteva ai compagni che sottovalutavano l’importanza dello studio che per fare le scarpe ai borghesi occorresse studiare e studiare perché la scuola “è roba di gomiti e di culo” cioè di disciplina e fatica. Ma si tratta di una filosofia ormai passata di moda perché se è vero che per riuscire nella vita bisogna farsi un mazzo così è altrettanto vero che oggi la metafora ha mutato significato.
La politica ha con il culo un rapporto molto stretto, tanto che si può dire che sono “culo e camicia”. Per Romano Prodi, che è considerato uomo politico baciato dalla fortuna, si è coniata l’espressione, invero un po’ abusata, “Fattore C”. Tuttavia, è con Berlusconi e il suo ultimo governo che il culo è diventato indispensabile per capire cosa succede a Palazzo Chigi. La nipote di Mubarak, Ruby Rubacuori, parlando al telefono con un suo ex fidanzato l’8 settembre 2010 dice: “Per Berlusconi, Noemi è la pupilla e io il culo”. Ma, naturalmente, c’è culo e culo. Una cosa è quello di Ruby e altra cosa è quello del presidente del Consiglio che Nicole Minetti ha definito “culo flaccido”. Eppure, la consigliera regionale della Lombardia è stata baciata dalla fortunata se è riuscita ad essere inserita nel listino del presidente Formigoni. Una fortuna, in verità, che condivide con molti onorevoli, sia donne sia uomini, che grazie alla fedeltà al Capo – non solo berlusconiano, si capisce – hanno trovato un posto nelle liste elettorali formate da quella legge che il suo stesso autore, il leghista Calderoli, definì “una porcata”. Senza questo gran colpo di fortuna, quanti di quelle e di quelli che oggi siedono in Parlamento poggerebbero il loro culo su altre seggiole? Il merito – la virtù secondo Machiavelli – è una gran bella cosa ma, si sa, a volte una gran botta di culo – la fortuna secondo Machiavelli – può di più.
Oggi il culo è indispensabile. A chi se non allo stellone e alla fortuna ci stiamo affidando per uscire dalla bufera finanziaria ed economica? Dopotutto, sull’altra metà a cui faceva riferimento ser Niccolò non possiamo fare affidamento. Il culo è tutto ciò che abbiamo. Tutto ciò che hanno.