di Billy Nuzzolillo
(Sanniopress) – I tg somigliano sempre più ad un bollettino di guerra. Siamo nel bel mezzo di una devastante crisi finanziaria e il nostro paese è praticamente commissariato
Nelle prossime ore, con ogni probabilità, verrà varata anche una dolorosissima patrimoniale, non tarata sui ricchi, come sarebbe giusto e logico, ma sui ceti medi, vista la ristrettezza dei tempi a disposizione per varare la manovra e i ritardi fin qui accumulati dall’esecutivo per fronteggiare strutturalmente la crisi.
E’ inevitabile, quindi, che i riflessi saranno avvertiti con maggiore drammaticità proprio in quelle aree del Paese meno ricche e competitive come il nostro Sannio, dove il tasso di occupazione si attesta nel 2010 al 45,7% ed una parte importante del Pil è rappresentata dal terziario pubblico.
Di fronte a questo scenario la classe politica sannita non può far finta di nulla e continuare nei soliti balletti di dichiarazioni (ossia blablabla….), come purtroppo stiamo assistendo negli ultimi giorni (vedi lo sterile dibattito, con annesse inenarrabili conferenza stampa, su chi si debba attribuirsi i meriti dei fondi destinati all’Alta Capacità o al raddoppio della Statale Telesina…). La situazione è gravissima e necessita di misure adeguate alla sua drammaticità anche nella nostra provincia.
Occorre, cioè, un segnale forte, procedendo ad un taglio dei costi superflui (vedi consulenze inutili e pagate a peso d’oro) ed all’elaborazione di un piano di progressivo contenimento delle spese derivanti da un sistema clientelare non più sostenibile. Penso, ad esempio, agli enti locali che moltiplicano le caselle da occupare pur di sistemare i clientes trombati in occasione delle ultime tornate elettorali (creando nuove figure manageriali la cui reale utilità è messa in dubbio persino da esponenti di primo piano dello stesso schieramento politico di chi le ha proposte…).
Oppure penso alla sanità, vero buco nero della spesa pubblica: a Cerreto Sannita, ad esempio, si sperperano ingenti cifre per ammodernare la struttura di un ospedale chiuso ormai da alcuni mesi mentre giacciono, ancora impacchettati negli scatoloni, i costosissimi strumenti necessari ad allestire una dignitoso ambulatorio per effettuare la Tac (i pazienti, intanto, continuano ad essere dirottati nei centri convenzionati…). Senza dimenticare, poi, gli ingenti costi sostenuti dall’Asl per fittare i locali destinati ad ambulatori nella vicina Telese mentre la struttura dell’ex ospedale “Maria Santissima delle Grazie” è quasi del tutto inutilizzata.
Il momento è drammatico e la politica è quindi chiamata a dare il buon esempio, a partire dalle sue appendici periferiche. Altrimenti non sarà più credibile, soprattutto a livello locale, data la distanza minima che separa chi amministra e chi è amministrato.