di Carmine Ricciardi *
La settimana scorsa avevo necessità di ottenere dalla Camera di Commercio un certificato fallimentare con dicitura antimafia. Quasi dappertutto in Italia si ottiene in qualche minuto e con 24 euro. A Benevento non è così: normalmente ci vogliono più soldi e più tempo. Infatti, le persone che richiedono un siffatto certificato vanno prima in tribunale, al quarto piano, richiedono e pagano un certificato fallimentare. Lo portano, nella stessa mattinata, agli uffici della CCIAA, richiedono il certificato camerale pagano i 24 euro e concludono l’operazione. Ho voluto verificare se era possibile una altra strada e cosa comportava.
Giovedì 23 giugno sono andato in CCIAA, memore di quanto alcuni mesi fa mi aveva detto un dirigente camerale, e ho chiesto di prenotare un certificato fallimentare con dicitura antimafia. Non c’era il modulo per la richiesta, il funzionario ne ha adattato un altro e così la richiesta è partita per il protocollo. L’indomani sono tornato. La richiesta di informazioni della Camera al Tribunale, relativamente alla mia ditta, aveva difficoltà ad essere inoltrata: fax sempre occupato (il tribunale ha un numero che è anche telefono e quindi serve anche per altre cose). Verifico che il numero è quello giusto. Mi reco al tribunale per verificare quando il telefono è libero. Chiamo alla Camera per dire che il telefono è libero ma in quel momento l’addetto camerale era impegnato in un altro compito.
Richiamo. Arriva la richiesta in tribunale dove continuavo a presidiare. Mi allontano quando il documento del tribunale è pronto per l’invio, via fax , alla Camera. Arrivo in CCIAA al protocollo. Il fax del Tribunale ancora non era arrivato. Intanto si avvicinava l’ora di chiusura degli uffici. Riesco a riavere l’attenzione del funzionario camerale, richiamo al telefono il tribunale. Arriva il fax di risposta. Vado di corsa allo sportello e pagando solo 24 euro, come nella gran parte d’Italia, per non dire in tutta Italia, ho tra le mani il CERTIFICATO desiderato.
In questa mattinata di ordinaria burocrazia ho avuto la fortuna di incontrare tutte persone cortesi, disponibili, comprensive. Ognuna di queste persone ha suggerito più di una soluzione per evitare il calvario da me consapevolmente scelto e consentire alle imprese sannite di non pagare un sovrapprezzo che di questi tempi diventa ancora più amaro.
Io non voglio indicare una soluzione per rispetto. Ma voglio chiedere ai dirigenti della CCIAA, a quelli del Tribunale, e ad altri che dovrebbero tutelare l’interesse delle imprese: vi potete prendere un caffè insieme la settimana prossima e risolvere questo problema?
* imprenditore