di Giuseppe Nenna
Detto questo, lo ha sottilmente rilevato anche Billy Nuzzolillo, la differenza tra strumenti partecipativi e strutture proprietarie è proprio che qui: nella politica 2.0, si può essere censurati ed anche espulsi, ma si deve dar conto agli altri iscritti al gruppo.
In una struttura proprietaria conta solo la volontà di chi ci mette i soldi, che potrà essere sanzionato [e lo sarà] nelle edicole ed in termini di cattiva reputazione: ove il prodotto editoriale fosse peggiore di quello assicurato da Carlo, che lo ha plasmato negli anni, impuntature e sviste comprese ma con innegabile passione. Cui si deve una linea editoriale del “Quaderno” chiara e leggibile.
E tuttavia le rivoluzioni silenziose di questi mesi, incubate negli anni, permettono di guardare oltre e costruire qualcosa di meno volatile e soggetto alle scelte di proprietari o gestori unici ed incontrollabili di visioni monistiche.