di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Carlo Panella si è beccato un calcio nel sedere dal suo editore ed è stato cacciato dal giornale che aveva fondato più di venti anni fa. Mi dispiace per Carlo e per Il Quaderno, per i suoi affezionati lettori, ma non ne facciamo un dramma. A Benevento non è la prima volta che un direttore è sbattuto sulla strada e non in prima pagina. Non sarà l’ultima se le cose non cambiano. Il panorama editoriale e giornalistico beneventano è fermo, con il consenso dei redattori, ai padroni della ferriera.
Gianluigi Guarino potrebbe raccontare la sua storia: fondazione, direzione e cacciata dal Il Sannio quotidiano e trasmigrazione a Caserta. Io potrei raccontare la mia: collaboratore, redattore, direttore e cacciata da Il Sannio e trasmigrazione a Roma. Carlo Panella ora può raccontare la sua. Benvenuto. Si possono aggiungere le molte storie di aspiranti giornalisti non pagati, cronisti sottopagati ma anche giornalisti accomodanti e redattori dalla censura compiacente. Carta straccia. Il punto è proprio questo: se i giornalisti a Benevento sono messi così male è perché gli editori sono forti o perché i giornalisti sono pirla?
Non facciamo a prenderci in giro. Al contrario, facciamo a capirci. I problemi del giornalismo a Benevento sono due: i costi e la politica. Nessun giornale è in grado di mantenersi con le proprie forze perché i risultati dell’edicola sono scarsi e i rendiconti di tipografia, distribuzione, redazione sono esorbitanti. Fatta eccezione per la redazione de Il Mattino, che è inquadrata all’interno di un’azienda editoriale industriale che fa capo a via Chiatamone, il resto del panorama esula da una moderna azienda editoriale. Non solo. Se si rimane all’interno del modello del giornale classico non ci sarà mai la possibilità di avere un’iniziativa editoriale autonoma e il peso, da una parte della politica e dall’altra dell’economia, sarà sempre determinante. Tutti i casi citati, quello di Guarino, il mio e ora Panella confermano la regola. Senza soldi non si cantano messe e senza soldi non si fanno neanche giornali, siano essi di carta straccia o online. Solo con i soldi, però, non si possono fare buoni giornali. Al massimo si può fare propaganda (e quella fatta a Benevento è pure di pessima qualità) e adattarsi a una libertà servile. Forse, è giunto il momento che chi a Benevento vuole praticare un buon giornalismo, ossia fatto di fatti, idee e libertà critica, debba prendere seriamente in considerazione due cose: il web e l’edicola.
L’edizione online permette di stare sulla notizia passo passo e l’edizione in edicola permette di elaborare idee e creare identità. La stessa esperienza di Sanniopress non è lontana da un siffatto progetto. Non ci saranno mai grandi profitti perché la dimensione cittadina è piccola, ma la conquista di una tribuna libera e indipendente fatta da giornalisti ed editori puri è a portata di mano. Non si pianga, ma si faccia un salto di qualità.