Fa un effetto strano e a tratti incomprensibile leggere su molti quotidiani e giornali online di Benevento notizie e approfondimenti in merito agli atti vandalici che sta subendo il Centro Storico del capoluogo sannita. Negli ultimi giorni, in effetti, se ne sono registrati di numerosi: dalle scritte sulle pietre storiche del selciato beneventano fatte con la bomboletta spray ai graffiti che non hanno risparmiato neppure l’Arco di Traiano, passando per la sporcizia che dopo le notti della movida invade ogni angolo di vicoli, strade e piazze del centro.
L’incomprensione in tutto ciò nasce dal fatto che questa situazione è presente in realtà nel Centro Storico di Benevento da molti anni, e determinati fenomeni non erano mai stati descritti e raccontati adeguatamente dalla stampa locale. I bicchieri di plastica ancora pieni di liquidi alcolici e cannucce colorate, le bottiglie di vetro spesso in frantumi dopo il consumo di birra e bevande esotiche, le cartacce ed ogni genere di rifiuto abbandonati su marciapiedi ed entrate dei portoni sono elementi ormai caratteristici e costantemente presenti nei vicoli di Trescene e dintorni da tempo immemore. Non è un fenomeno nato oggi come questa controffensiva che si registra sulla stampa locale vorrebbe in realtà far credere. E purtroppo ci sono i cittadini che, dalla memoria corta come le oche nella Fattoria degli Animali di Orwell, si lasceranno imbambolare da quello che oggi viene spiattellato in prima pagina mentre ieri non occupava neppure i trafiletti di fine giornale.
Bisogna invece chiedersi come mai simili fenomeni vengono all’attenzione soltanto adesso. I vandalismi all’Arco di Traiano ci sono stati anche in passato, ma se ne parlò per un giorno o due per poi dimenticare tutto. Per non parlare delle scritte sui muri, che nel silenzio generale hanno invaso, pochissimi giorni dopo i lavori di rifacimento di un paio d’anni fa, il nuovo decoro urbano (pietre artistiche e nuovi muretti) che circonda proprio uno dei lati dell’Arco romano. O i danni alle cose private, come l’automobile sfasciata di notte e finita giustamente in prima pagina du Gazzetta di Benevento: anche questo è ordinaria quotidianità per chi vive in Centro Storico.
E il clamore in cui viene servito questo piatto caldo (in realtà minestra riscaldata più volte) è infestato anche da semplicistiche soluzioni, spesso esercizio di visibilità e di ostentazione intellettiva di chi finora è rimasto a guardare. Persino il sindaco Fausto Pepe dimostra che nel suo primo mandato ha completamente trascurato il problema, rilasciando ai giornali locali dichiarazioni dalle quali emerge tutto il suo stupore per gli eventi di queste settimane. E anche i bambini sanno che chi si stupisce lo fa perchè fino a quel momento ignorava quanto ora sta osservando.
Ma quello che andrebbe detto è che il Centro Storico, da Piazza Arechi II ( ex Piazzetta Vari) ai vicoli di Trescene passando per Via Mario La Vipera, è pieno di telecamere di videosorveglianza, fatte installare qualche anno fa proprio dalla precedente Giunta Pepe, ma che nessuna telecamera è stata mai installata proprio nel cuore vero della movida, della baldoria e delle violazioni dell’ordine pubblico, ovvero Piazza Piano di Corte. Andrebbe detto che in quest’ultima piazza si consumano, di sabato in sabato con rare eccezioni, vere e proprie risse e regolamenti di conti tra “bande” rivali, alle volte con qualche ferito lieve che ci rimette anche un po’ di sangue sul selciato, fra centinaia di persone che non avvertono le forze dell’ordine. E andrebbe pure detto che in Piazza Piano di Corte non si è mai vista (e non si tratta di un’esagerazione, quel “mai” è verità di fatto) una pattuglia di polizia o carabinieri che stazionasse e monitorasse l’andamento della movida prevenendo i reati durante la notte. Eppure, se delle risse sono a conoscenza migliaia di giovani beneventani (basta chiedere un po’ in giro tra gli under 30), è impossibile che le forze dell’ordine non ne sappiano nulla. E andrebbe detto, infine, che i vigili urbani, piazzati in bella mostra di fronte l’ingresso della Camera di Commercio a controllare gli accessi al Corso Garibaldi e a far rimuovere col carro attrezzi le auto in sosta vietata, che in non poche occasioni sono stati accompagnati da un sindaco Pepe in versione vigilantes notturno, sono anch’essi tra i più assenteisti latitanti dei vicoli del Centro Storico, mentre sarebbe compito loro vigilare che i locali notturni vendano alcolici secondo le norme e rispettino gli orari consentiti.
Se così stanno le cose (e così stanno), allora dobbiamo anche domandarci come mai la stampa (e non un giornale solo) stia mettendo in risalto solo ora e con questi toni accesi un problema che per anni, salvo rari sprazzi poi spentisi nel nulla, è stato tenuto sostanzialmente nascosto ed ignorato di fronte all’opinione pubblica e alle istituzioni locali. I cittadini meritano onestà e sincerità, oltre che una seria predisposizione ad affrontare i problemi.