(Sanniopress) – Sarà presentato a Benevento, domenica 22 maggio, alle ore 19, il libro La religione del popolo – Riti, feste e devozioni in Campania …e non solo (Aesse Stampa), curato dal giornalista Bruno Menna. Un viaggio nel sentimento popolare tra tradizioni, storia, leggende e misticismo.
L’uscita del libro, in occasione della seconda edizione del “Festival del libro e dell’informazione locale” organizzata dall’Ept sannita, coincide col convegno dell’associazione CentroCittà su “Comunità, identità, territori e tradizioni”, a cui prenderanno parte l’antropologo Domenico Facchino, Domenico Facchino, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il direttore dell’Istituto “Redemptor hominis”, monsignor Pasquale Maria Mainolfi e l’autore del testo.
Il libro racconta ed esplora, con approccio laico, la devozione per autentiche star della “religiosità popolare” (sant’Antonio, Padre Pio, san Michele Arcangelo, san Gennaro, san Nicola, santa Rosalia, san Giovanni, sant’Antonio Abate, san Rocco, san Gerardo Maiella), il culto per la Madonna (declinato in ogni dove e contraddistinto da un forte radicamento territoriale, anche nominalistico) e per tante altre figure, magari meno conosciute al grande pubblico, approfondendo gli aspetti peculiari delle varie feste votive in onore di patroni, patrone, protettori e protettrici delle comunità interessate.
La pubblicazione è essenzialmente incentrata su quanto accade in Campania, ma la narrazione deborda anche in altre regioni e, in qualche caso, anche all’estero. Perché – viene spiegato – ci troviamo di fronte a una miriade di ricorrenze che coinvolge tutti: ricchi e poveri, colti e illetterati, fortunati e sventurati, credenti e miscredenti, chierici e laici, sregolati e giudiziosi, in buona salute o alle prese con la malattia, esaltandone la partecipazione attiva. Un fenomeno identitario che affratella e non emargina, che include e non esclude e che, spesso, azzera trasformazioni e contraddizioni sociali.
Un viaggio nella religiosità popolare, per quanto nelle possibilità del curatore del libro, tra tradizioni, storia, leggende, misticismo, ma anche stretta attualità. Un tesoro immateriale, quello della devozione, che si auto-difende e si rigenera, perché tramandato, a volte solo oralmente, da chi ci ha preceduto, generato da momenti tragici (pestilenze, carestie, siccità, eruzioni, guerre, invasioni) o gioiosi (quasi sempre l’uscita dalle tragedie collettive prima enunciate). Ma ancora oggi, è inevitabile e ineluttabile, che i momenti religiosi facciano da cassa di risonanza a inquietudini sociali o che vengano “usati” per richiamare l’attenzione su determinate problematiche territoriali. Un aspetto non secondario, che conferma la forte “popolarità” di culti e devozioni ma anche la loro capacità di adattarsi ai momenti difficili di ogni epoca. E oggi le “nuove” pestilenze sono la salvaguardia dell’ambiente, la mancanza di lavoro, il forte impulso relativista della nostra società.
Nella parte introduttiva del libro, c’è spazio, per un’intervista-riflessione a padre Renato Gaglianone, padre spirituale della Coldiretti (“Feste e ricorrenze tra magia, simbolismo, ritualismo, teatralità, misticismo, tradizione, senso comunitario e utilitarismo”); per un approfondimento sull’opportunità di inserire il riferimento ai santi negli statuti degli enti locali, alla luce dell’appello lanciato dal presidente dei vescovi umbri, monsignor Vincenzo Paglia; per una lunga carrellata, tra sacro e profano, di litigi, dispetti, minacce, moniti e invocazioni che accompagnano i momenti devozionali. Tanti gli episodi citati: dalle preghiere delle “mamme vulcaniche” in pellegrinaggio a Pompei contro le discariche in Campania, agli appelli per “liberare” la festa della Madonna dei Polsi o l’Affruntata pasquale dalle frequentazioni ‘ndranghetiste, passando per i parroci che mettono “in vendita” la ricorrenza patronale, per i lavoratori che portano a spalla la statua del santo protettore per scongiurare la chiusura degli stabilimenti, per i flash mob in difesa delle donne, per le processioni listate a lutto per la chiusura degli ospedali, per i litigi tra politici sulla presenza di extracomunitari o per la mancata chiusura dei negozi in occasione delle feste della tradizione popolare, agli appelli dei sindaci che chiedono anche l’intercessione del patrono per trovare rimedio a calamità naturali e sociali, ai tanti divieti legati all’ordine pubblico che accompagnano lo svolgimento dei momenti religiosi che, spesso, sfociano in ricorsi, polemiche e intimidazioni, per finire, ed è storia recentissima, alla richiesta ufficiale del primo cittadino di Gubbio al ministro Maroni di rinviare le elezioni amministrative perché concomitanti con la festa patronale. Richiesta accolta, dicono le cronache, visto che il turno elettorale previsto è stato posticipato al 22 e 23 maggio proprio per “rispettare” la Festa dei Ceri.
C’è, quindi, il lungo capitolo dedicato alla “religione del popolo”, ai momenti devozionali e votivi di Campania (essenzialmente) ma anche di Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Toscana, Umbria, Piemonte, Sicilia, Marche. Un “elenco” consistente che tenta di soddisfare l’enorme panorama delle ricorrenze religiose che maturano all’ombra dei mille campanili italiani.
Nello stesso segmento, figurano, inoltre, piccole monografie su personaggi e interpreti della “religione del popolo”: la Madonna del Carmine (con un pregevole intervento di fr. Renato D’Andrea), Madre Teresa, don Bosco (che qualcuno vorrebbe elevare a patrono dei calciatori), san Tommaso Moro (punto di riferimento dei politici), Natuzza Evolo (Mamma Natuzza), Francesca Cabrini (patrona degli emigranti), Bartolo Longo (fondatore di Pompei) e tanti altri. Non mancano approfondimenti sul pregevole lavoro del maestro Roberto De Simone, “Son sei sorelle”, dedicato ai rituali e ai canti della tradizione in Campania e sulle “pietre” della devozione popolare a san Gennaro, raccolte ed esposte all’ammirazione del pubblico.
Per quanto riguarda il Sannio, è consistente la citazione di diversi riti devozionali nei vari comuni del comprensorio e, inoltre, sono presenti due capitoli specifici: uno dedicato alla città e un altro alla provincia, con monografie sul culto per la Madonna delle Grazie, sulla festa “beneventana” per san Gennaro, sul papa “beneventano” (Benedetto XIII) per il quale potrebbe arrivare a breve l’onore degli altari, sulla prima beata dell’arcidiocesi, Teresa Manganiello, sulla figura mistica di suor Raffaelina Borruto. In provincia, vengono evidenziati i riti settennali dell’Assunta di Guardia Sanframondi, il forte legame di Sant’Agata de’ Goti con i vertici della Chiesa, la festa del grano in onore di san Rocco a Foglianise e altre ricorrenze particolarmente avvertite e festeggiate nei vari paesi.
Infine, l’appendice dedicata alla visita che il cardinale Joseph Ratzinger effettuò a Benevento, nel 2002, per il Congresso eucaristico della Chiesa sannita, curata da monsignor Pasquale Maria Mainolfi, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Redemptor hominis”.
L’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede ebbe a dire, che «se la globalizzazione nell’ambito della tecnica e dell’economia non sarà accompagnata da una nuova apertura della coscienza verso quel Dio davanti al quale tutti siamo responsabili, allora finirà nella catastrofe». Una profezia vera e propria sulla grande crisi economica che ancora ci affligge.