di Arnaldo Capezzuto *
E’ stato preso alle spalle e brutalmente aggredito con calci, pugni e schiaffi al punto di perdere i sensi. La vittima è il giornalista Fabio Cosma Colombo, 37 anni, reporter del quotidiano “Metropolis” di Torre Annunziata. E’ stato aggredito alla presenza dei carabinieri, mentre svolgeva il suo lavoro per documentare un fatto di cronaca E’ avvenuto lunedì pomeriggio 28 febbraio a Sant’Egidio del Monte Albino, piccolo comune in provincia di Salerno. L’episodio denunciato dal Cdr del quotidiano Metropolis. Ossigeno ha parlato con Fabio Cosma Colombo e con i suoi colleghi. Dicono: “Ormai le intimidazioni, le minacce sono un ingre-diente della nostra giornata lavorativa. Spesso accade che mentre segui un arresto oppure un omicidio vieni avvicinato e ingiuriato. Ti dicono : ‘Attento a quello che fai’, ‘Ti raccomando… quando scrivi”, ‘Cerca di non guardare troppo’, ‘Non esagerare con l’articolo’”.
Lunedì pomeriggio i carabinieri avevano trovato il corpo senza vita di un giovane scomparso il giorno prima. Al momento del ritrovamento del cadavere, quando e’ avvenuta l’aggressione, si pensava a un omicidio. Solo successivamente è stato stabilito che invece si trattava di un suicidio.
Fabio è arrivato sul luogo del ritrovamento e ha cominciato a fare il suo lavoro. “Non mi aspettavo proprio di essere aggredito. Mi ero avvicinato – spiega ad Ossigeno – per capire cosa stesse accadendo. C’erano altri colleghi giornalisti e le forze dell’ordine. C’era nervosismo. Un carabiniere è intervenuto allontanando un signore che gridava contro di noi. Sembrava tornata la calma quando invece è scattata l’aggressione”.
“Sono stato attaccato alle spalle, scaraventato a terra e colpito con violenza, con calci, pugni e schiaffi. Ho perso i sensi. Sono stati i militari dell’Arma e la polizia municipale a soccorrermi dopo aver bloccato gli aggressori. Tre persone sono state identificate e rilasciate. I medici dell’ospedale “Scarlato” di Scafati nel referto hanno registrato contusioni multiple al viso, una lombalgia alla schiena, ematomi e varie escoriazioni con una prognosi di tre giorni e l’obbligo di controllo”. “Ora sono a letto immobile, ho la schiena a pezzi e ogni sei ore devo fare delle iniezioni”.
Molti reporter e cronisti che seguono la cronaca nei comuni partenopei e salernitani sono oggetto di continue aggressioni e intimidazioni. “Lo dico con amarezza – sottolinea Fabio Cosma Colombo – dalle nostre parti è “normale” portarsi in redazione qualche scappellotto, ingiurie e minacce. Da quindici anni faccio questo mestiere e devo dire che negli ultimi mesi il clima si è fatto molto pesante. Diventa sempre più difficile documentare e raccontare i fatti. Purtroppo non ci sentiamo tutelati. Manca la considerazione per il nostro lavoro che fino a prova contraria è tutelato dalla costituzione”. E conclude: “Appena sarò in grado di camminare mi recherò dai carabinieri per sporgere denuncia contro i miei aggressori spero che la mia vicenda serva anche agli altri colleghi affinché non sia più tollerata questa strana “normalità” che vuole l’operatore dell’informazione minacciato e aggredito quotidianamente sui luoghi di lavoro”.
Il Comitato di Redazione di Metropolis, – in una nota – a nome di tutti i colleghi che compongono la struttura, “esprime profondo sdegno per la volgare e violenta aggressione subita dal giornalista Fabio Cosma Colombo, reporter del quotidiano, impegnato nel suo lavoro a Sant’Egidio del Monte Albino. Ancora una volta si deve registrare con rammarico che gli operatori dell’informazione vengono lasciati nelle mani di persone che, per sfogare la propria tensione, non hanno di meglio da fare che prendersela con chi fa solo il proprio lavoro. Si registra, ormai da diversi mesi, un clima di intimidazione che impedisce a coloro che, con onestà e tatto si avvicinano anche a vicende delicate, di svolgere la professione giornalistica con passione e attenzione. Il Cdr di Metropolis, sottolineando ancora una volta il clima di violenza nei confronti dei cronisti, chiede anche alle forze dell’ordine una maggiore tutela nei confronti di chi racconta le vicende di un territorio difficile come questo. Esprimendo solidarietà nei confronti del collega professionista Fabio Cosma Colombo, di cui tutti apprezzano le doti professionali e umane, si chiede all’autorità giudiziaria di identificare i protagonisti di quest’assurda violenza e procedere secondo le norme previste dal codice penale”. A raccontare il clima pesante che vivono i giornalisti nei comuni del napoletano e del salernitano è Luigi Spera, cronista di nera di Metropolis. “Operiamo in realtà ad alta densità criminale come Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Pagani – dice il cronista ad Ossigeno – nonostante ogni giornalista e reporter abbia imparato dalla strada a mimetizzarsi a volte questi accorgimenti non bastano più per salvare la pelle. Le intimidazioni, le minacce sono un ingrediente normale della giornata lavorativa. Spesso accade che seguendo un arresto oppure un omicidio vieni avvicinato e ingiuriato : “Attento a quello che fai”, “Ti raccomando quando scrivi”, “Cerca di non guardare troppo”, “Non esagerare con l’articolo”. Chi non è pratico di queste zone né resta impressionato invece, e so che dico una cosa grave, per noi è un’intimidazione fisiologica. Del resto se dovessimo dar retta e andare a denunciare tutte le ingiurie e gli scambi a muso duro che subiamo dovremmo stare sempre nei commissariati di polizia oppure nelle caserme dei carabinieri e non lavorare più in redazione”. E continua: “Ci sono stati incontri tra la nostra categoria e le forze dell’ordine ma è difficile organizzare una tutela, il territorio del resto è quello che è”. “Le “attenzioni particolari” ai giornalisti sono purtroppo all’ordine del giorno del resto poi quando lavori in un piccolo quotidiano finisci nell’occhio del ciclone. Il criminale, la minaccia generalmente l’esercita quasi sempre contro il più debole, quello che ha una voce più flebile”. E conclude Luigi Spera : “Credo che l’aggressione al collega Fabio Cosma Colombo sia un campanello dallarme, faccia capire che qualcosa è cambiato nei nostri territori. Occorre una maggiore sensibilizzazione su questi temi a partire dagli stessi giornalisti. Approfitto e colgo l’occasione anche per ringraziare Ossigeno per l’impegno su questi temi”.
* Ossigeno per l’Informazione