Work in progres per un nuovo cantiere della legalità. Con questa frase si è simbolicamente chiuso il convegno «Giornalisti minacciati. La professione sotto attacco», svoltosi ieri mattina presso il liceo classico «Pietro Giannone», nel corso del quale è stato presentato il secondo rapporto di «Ossigeno per l’informazione», osservatorio sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate con la violenza, promosso dalla Federazione nazionale stampa italiana e dall’Ordine dei giornalisti.
Alla manifestazione hanno partecipato: il direttore di «Ossigeno per l’informazione», Alberto Spampinato; il presidente della Fnsi, Roberto Natale; il presidente dell’Assostampa Campania, Vincenzo Colimoro; il vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Mimmo Falco; e il presidente dell’Assostampa Sannita, Giovanni Fuccio. Molto apprezzate le testimonianze dei giornalisti: Arnaldo Capezzuto, Alessandro Migliaccio, Rosaria Capacchione, Danila De Lucia (vittima di stalking legato alla sua professione). A moderare l’incontro Billy Nuzzolillo. Prima dei giornalisti hanno salutato i presenti Maria Felicia Crisci, dirigente scolastica del liceo «Giannone» e Raffaele Del Vecchio, vicesindaco di Benevento.
Di particolare rilevanza gli interventi di Alberto Spampinato che, dopo aver ricordato la figura del fratello tragicamente scomparso, ha detto: «Devono essere i cittadini a difendere i giornalisti minacciati perché così facendo difendono il loro diritto ad essere informati correttamente e in modo qualitativamente elevato». Ha, poi, aggiunto: «Pretendere notizie deve essere come pretendere di respirare aria pulita o di vivere in un ambiente sano».
Per Vincenzo Colimoro l’informazione «deve essere di qualità e di critica perché in questi ultimi anni abbiamo assistito alla dequalificazione della professione». Roberto Natale ha ribadito l’importanza di un giornalismo che trovi nella qualità e nella professionalità una vera ragion d’essere. Inoltre ha specificato «come il caso di Avetrana, parlando al lato morboso degli spettatori, fa certamente crescere l’auditel e le tirature dei giornali ma tende ad adulterare le notizie più rilevanti. Perché, ad esempio, non parlare della discarica di Terzigno con la stesso spazio informativo così come fatto per l’efferato delitto?».
Tra le testimonianze dei giornalisti quella di Rosaria Capacchione ha messo in evidenza la difficoltà con cui sono costretti ad operare i giovani cronisti, che non hanno una testata nazionale attraverso cui tutelare le proprie inchieste soprattutto quando minacciati di querele, «a tal proposito – ha detto la giornalista minacciata di morte dalla Camorra – servirebbe una legge che penalizzi chi sporge querele non supportate da fatti concreti».
Donato Faiella
FONTE: IL MATTINO