di Pietro Di Lorenzo*
Al peggio non c´è mai limite. Tutta l´Italia sembra volersi adattare con incredibile normalità alle peggiore condizioni mai immaginabili prima. La stagione delle lotte sindacali, la battaglia per irrinunciabili diritti non soltanto nel mondo del lavoro, sembra passata da decenni, eppure non sono trascorsi tanti anni da storiche conquiste. Sono invece trascorsi poco più di dodici mesi dalla mobilitazione nazionale del mondo delle imprese. Ricorderete, le imprese che resistono (in sigla “ICR”), che a partire dal Piemonte e dal Nord Est hanno coinvolto l´Italia con un movimento che ha finalmente portato l´impresa fuori dagli stabilimenti di lavorazione, quindi in piazza. Una mobilitazione generale delle piccole e medie imprese, che da sempre sono considerate come l´asse portante dell´economia nazionale e nonostante ciò, sono state poco considerate e sostenute dalle azioni dei governi. Non è un´accusa di poco conto. Il 94% delle imprese italiane ha meno di dieci dipendenti. La maggior parte delle piccole imprese ha continuato, anche con la crisi, a produrre evitando di licenziare e tenendo aperto i “cancelli”.
Inascoltati gli appelli con migliaia di piccole e medie imprese che stanno subendo sulla loro pelle gli effetti di una crisi economica che assume le sembianze di un vero e proprio terremoto economico. Il calo degli ordinativi e delle prospettive produttive, stimato tra il 50 e il 90%, sta producendo effetti devastanti sulla tenuta economica finanziaria delle imprese stesse. Nonostante gli sforzi messi in campo dalle singole aziende, le conseguenze sui lavoratori stanno diventando pesanti in termini di Cassa integrazione guadagni, di licenziamenti, di mancata conferma di contratti di lavoro a tempo determinato.
La situazione eccezionale che si è venuta a creare necessita di soluzioni emergenziali ed immediate, senza le quali non sarà possibile resistere nei prossimi mesi.
Impresecheresistono (icr) ha in corso tavoli di confronto con le istituzioni regionali e nazionali a cui chiede, tra l´altro, l´adozione immediata dei seguenti provvedimenti:
– IRAP: riduzione dell´aliquota e contestuale deducibilità (valutandola quindi come un costo aziendale) a bilancio
– ACCESSO AL CREDITO: utilizzo a basso costo di Consorzi di garanzia per l´accesso al credito;
– SCADENZE BANCARIE: spostamento in avanti di 12 mesi, senza oneri e interessi, delle scadenze di mutui e leasing;
– SCADENZE PREVIDENZIALI: posticipo di 12 mesi del pagamento di tutti gli oneri previdenziali;
– SCADENZE FISCALI :abolizione dell´anticipo delle imposte;
– IVA: meccanismo di “IVA per cassa” esteso a tutte le aziende, indipendentemente dal fatturato;
– CERTEZZA DEI PAGAMENTI: introduzione, sul modello della legge francese, di termini di pagamento obbligatori e inderogabili, non superiori ai 45 gg. dalla fine del mese di emissione della fattura.
Su questi ed altri temi si concentrerà il dibattito del secondo “IMPRESECHERESISTONO DAY” in programma il 20 e 21 novembre ad Acqui Terme. Per partecipare o saperne di più: www.impresecheresistono.org .
Per segnalare temi e problemi del mondo produttivo nella nostra regione, si può inviare una mail a: impresecheresitonocampania@gmail.com .”
* responsabile Impresecheresistono della Regione Campania