Non può lasciare indifferenti ed insensibili quanto denunciato con coraggio dal direttore di Messaggio D’Oggi Danila De Lucia. E’ più di un anno che la giornalista viene continuamente offesa e minacciata telefonicamente, riceve messaggi anonimi con ritagli di giornale. Gesti ignobili che qualificano chi li compie, azioni intimidatorie volte a spaventare chi fa semplicemente il proprio lavoro, bagnandosi quotidianamente di quella deontologia professionale e di quella passione per la verità che oggigiorno purtroppo non caratterizza tutti i giornalisti, ma solo alcuni di essi, i più puri, i più veri, i più autentici. Quelli che raccontano le cose pane al pane vino al vino, che si occupano di temi scottanti, che vanno fino in fondo alla ricerca di quello che c’è dietro, che fanno il mestiere di giornalista per essere sentinelle e non veline. Naturalmente si è sempre consapevoli dei rischi di questa professione, consci degli idioti di turno di cui è pieno il mondo, dei vigliacchi che per noia o per professione che terrorizzano con lo scopo di scoraggiare chi sta cercando di svolgere il proprio dovere. Il direttore De Lucia, sposata e madre, si chiede quale sia il motivo scatenante di queste minacce. Non c’è motivazione che tenga, qualunque essa sia. Anche se Danila De Lucia avesse scoperchiato un vaso del malaffare, chi vuole impedirle di andare avanti è pericoloso e non ha giustificazioni. Se, invece, è una questione d’impostazione del giornale, chi al posto di esporre legittimamente delle critiche ad un giornalista, passa direttamente ad apparecchiargli sul tavolo delle condite minacce, è un soggetto che ha seri disturbi e va fermato. Una persona normale, che non condivide un articolo o una frase o il modo d’impostare un giornale, lo fa civilmente usando l’arma della penna e non quella delle ingiurie vigliacche e degli avvertimenti sinistri. Piena solidarietà a Danila, dunque. Ma non possiamo fermarci a quella. Bisogna vigilare tutti insieme, identificarsi nel suo dramma, schierarsi in prima fila. E la manifestazione organizzata da Billy Nuzzolillo per il prossimo 20 novembre va proprio in questa direzione. Caro direttore, non c’è sicuramente da stare tranquilli, ma non arrenderti. Con la libertà e la passione di sempre continua, come già stai facendo, a scrivere, scrivere, scrivere. Andiamo via con loro, con Danila De Lucia, come con Rosaria Capacchione, come con Lirio Abbate, come con Alessandro Migliaccio, come con Roberto Saviano. Laddove l’andare via non vuol dire affatto scappare, ma implica l’agire come loro, il proteggerli, il seguire il loro esempio. Storie diverse con un unico denominatore: chiudere loro la bocca, impedendogli di parlare, di occuparsi di argomenti scomodi. Danno fastidio perché scavano a tutti i costi per ripristinare le verità occultate. E’ questo il primo compito dei giornalisti. Forza Danila, non sei sola!
Giovanni Pio Marenna
FONTE: SANNIO WEEK