Gli sprechi, gli scandali e le inchieste giudiziarie che si registrano nel Molise governato da Michele Iorio e, più in generale, il sistema clientelare che caratterizza la gestione delle istituzioni pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia, sono stati al centro del dibattito svoltosi presso la sala lauree dell’Università del Sannio in occasione della presentazione del libro di Vinicio D’Ambrosio “Il Regno del Molise” (Edizioni Il Chiostro”). Si è trattato dell’ultimo appuntamento della seconda edizione della rassegna “Nonsololibri”, promossa dall’associazione Sanniopress Onlus con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento e il sostegno di Eurogronde, Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, Aesse Stampa e Piscina Solaria e Messaggio d’Oggi.
“Le degenerazioni – ha spiegato nel suo intervento il capogruppo al Senato di Fli, Pasquale Viespoli – sono determinate dall’attuale sistema di intermediazione tra politica e società civile, che finiscono con il creare un consenso basato sulla corruzione. Il libro di D’Ambrosio, quindi, ha il merito di farci riflettere su una realtà che va ben oltre i confini del Molise e che evidenzia la necessità, non più prorogabile, di modernizzare profondamente l’architettura istituzionale di questo paese”.
L’ex parlamentare Giovanni Zarro si è, invece, soffermato sulle “aporie che contraddistinguono l’azione della pubblica amministrazione nel Molise, che poi sono le stesse aporie che caratterizzano il sistema della pubblica amministrazione a livello nazionale. Siamo di fronte ad una società in cui convivono l’elemento del trasformismo e quello di una struttura sociale e politica immobile. Elementi che traspaiono in modo evidente nel libro di D’Ambrosio”.
Il giornalista Giancristiano Desiderio, a sua volta, ha evidenziato la ricchezza di documentazione contenuta nel testo e il senso di indignazione che inevitabilmente esso suscita nel lettore: “Purtroppo, oggi più che in passato, appare evidente che gli italiani non credono nello Stato perché non ha lottato per crearlo. Anzi, lo Stato viene visto come un’entità con cui accordarsi”.
“Opere come “Il regno del Molise” sono importanti perché ci offrono la possibilità di approfondire e conoscere meglio tematiche di cui spesso il mondo dell’informazione non si occupa o, quanto meno, non lo fa in maniera approfondita, così come sarebbe necessario” ha dichiarato, invece, l’assessore provinciale alla Cultura, Carlo Falato.
L’editore, Luigi Romano, nel suo intervento ha evidenziato le difficoltà in cui versano i piccoli editori e denunciato la mancanza di un disegno complessivo in materia di politiche culturali, aggiungendo poi che “i libri non devono far paura bensì suscitare curiosità poiché trasmettono saperi. E i saperi fanno cultura”.
L’autore, Vinicio D’Ambrosio, ha infine ringraziato l’associazione Sanniopress e il suo presidente Billy Nuzzolillo per l’invito a presentare il libro a Benevento: “Dopo Potenza, questa è la seconda volta in cui ho la possibilità di portare il mio libro fuori dal Molise”. D’Ambrosio ha anche denunciato l’oscuramento subito nella sua regione, salvo poche eccezioni, da parte dei media locali. “Questo accade – ha precisato – perché c’è un controllo quasi assoluto degli organi di informazione da parte di Michele Iorio. In buona sostanza, non parlandone si è cercato di svilire la portata del mio lavoro. C’è stato poi anche qualche tentativo di attacco sul piano personale, di cui i responsabili risponderanno sul piano giudiziario, mentre invece, non ci sono state né stroncature né critiche feroci al libro, che pure mi aspettavo. E, soprattutto, non ho subito querele. Anche perché quello che racconto è ben documentato”.