Normalmente gli amministratori indagati per reati penali, lamentano che la magistratura invade la sfera di competenza della Politica, ma ogni tanto gli fa comodo confondere i ruoli. Il sindaco, Fausto Pepe, ad esempio, per difendere a spada tratta l’assessore alle opere pubbliche, Aldo Damiano, di cui la Procura della Repubblica ha chiesto gli arresti domiciliari per i reati connessi alla apertura dell’ Ipermercato Zamparini, annuncia di volere attendere la conclusione delle indagini per decidere se revocarlo.
Lo stesso sindaco qualche giorno fa, dopo aver difeso il Concorso dell’AMTS, ci ha ripensato ed ha chiesto l’annullamento della graduatoria e le dimissioni del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda dei Trasporti e del presidente Claudio Principe, senza attendere la conclusione delle indagini a suo carico per il reato di Abuso di Ufficio previsto dall’art. 323 del Codice Penale. In quel caso, il sindaco ha ritenuto che, indipendentemente dalla contestazione di eventuali reati penali, i componenti del CdA dell’AMTS devono lasciare l’incarico per gli “errori” commessi relativamente alla organizzazione di quel concorso, che ha prodotto un danno alla pubblica amministrazione.
Nel caso dell’ipermercato Zamparini, il sindaco ha accertato che non ci sono “errori” commessi dall’assessore Damiano?
Antonio Medici, l’ex assessore che non volle firmare la delibera 150 del 12 ottobre 2006, con la quale fu autorizzata la apertura di quel Centro Commerciale, ha segnalato che ammontano a circa 6 milioni di euro i danni prodotti alle casse e al patrimonio comunale, per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti da Zamparini. Il sindaco è sicuro che non ci siano responsabilità politiche ed amministrative, da attribuire ad Aldo Damiano, ex assessore all’urbanistica ed ora con delega ai Lavori Pubblici, per le opere che Zamparini avrebbe dovuto a sue spese realizzare?
Fausto Pepe, nel caso di Damiano, non entra nel merito dei fatti, limitandosi a sostenere che “Al di là della vicenda giudiziaria che a me pare marginale, non essendo stato l’assessore Damiano, come egli stesso ha dichiarato, nemmeno raggiunto da un avviso di garanzia, le sue mi sembrano doti e qualità che non sarebbe utile disperdere, nell’interesse di tutti”.
Evidentemente il sindaco fa riferimento alle dichiarazioni rese alla stampa dallo stesso Damiano il quale ha comunicato di essere indagato solo per Abuso di Ufficio, art. 323, c.p. e di non aver ricevuto atti giudiziari. Ma Fausto Pepe, si sbaglia perché, come risulta dagli atti messi a disposizione degli avvocati difensori degli indagati per i quali sono state richieste le misure restrittive, Aldo Damiano risulta indagato per i fatti di cui al “al Capo 1) del delitto di cui all’ articolo 640 cpv, n.1 del c.p. (Truffa ai danni di Ente Pubblico); “al Capo 4) del delitto di cui agli articoli 319 e 321 c.p.” (Corruzione per un atto contrario ai doveri). Non c’è traccia di contestazione per il reato di abuso di ufficio, art. 323 c.p.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha respinto la richiesta di misure cautelari del Pubblico Ministero il quale ha prodotto ricorso al Tribunale del Riesame che si pronuncerà il 5 novembre. Ma, indipendentemente dall’eventuale arresto, rimangono le contestazioni di gravi reati a carico dell’assessore Damiano, tuttora indagato, il quale potrebbe rendere pubblici gli atti di cui è certamente a conoscenza, in modo che tutti possano farsi una idea precisa dei fatti attribuiti.
Gabriele Corona – presidente di Altrabenevento