Che cosa succede quando l’informazione viene a fare i conti persino con gli abusi di potere, perpetrati anche in circostanze del tutto banali e quotidiane in cui qualsiasi cittadino può trovarsi? Che cosa succede quando giornalisti che tentano di rimanere sempre liberi si trovano a scontrarsi con l’ultimo gradino dell’autorità pubblica dell’ultimo angolo di mondo, e scoprono che persino quel gradino li osserva dall’alto in basso?
Non vi racconterò episodi, casi, fatti nè realmente nè suppostamente accaduti. L’importante è la riflessione: che cosa succede quando il giornalismo perde inevitabilmente sotto gli attacchi anche del più ridicolo e minuscolo centro di potere pubblico? Una cosa che succede l’ho appena scritta, ossia che il giornalismo perde. Ma dopo di chè cosa succede?
Ogni cittadino ha il diritto di camminare per la strada, di usufruire degli spazi e delle cose pubbliche, perchè tutto ciò che è pubblico è di tutti e quindi è anche delle persone qualsiasi, che magari nessuno conosce e che di nessuno hanno la “conoscenza”.
Ma dalla teoria alla pratica il passo è spesso molto lungo. Se un cittadino qualsiasi si trova a fare una cosa del tutto permessa dalle leggi, ed anzi si trova a godere di un proprio diritto, ma funzionari dell’ultimo centro di potere pubblico si frappongono tra lui e il suo diritto e lo minacciano di ritorsioni, che cosa succede?
Una risposta sarebbe semplicistica: succede che siamo in un regime. Non è così se certi episodi sono dietro l’angolo in ogni momento e spuntano fuori anche dentro un paesino qualsiasi, in provincia, in periferia, come nel centro della grande città. Non è di regime che si tratta, ma il primo problema sta proprio nel fatto che tutto ciò riguarda la democrazia e nella democrazia si incardina. Anche l’abuso di potere del più minuscolo organo di pubblica autorità, perchè se non fossimo in democrazia non si parlerebbe di abuso.
Quindi che cos’altro succede? Che succede ad un cittadino qualsiasi, che magari ha la passione o la professione del giornalismo, quando si trovi a fare il proprio lavoro, adempiendo ad un dovere e allo stesso tempo godendo di un diritto, se quello che fa gli viene impedito con la forza?
Dirà qualcuno: cittadino e giornalista si ribellano, scalpitano, protestano finchè non viene loro restituita la libertà di fare ciò che è loro dovere e loro diritto fare. Tanto se lui, il giornalista e cittadino qualsiasi, sta agendo nel rispetto delle leggi, nessuno potrà fargli del male.
Ma immaginiamo che non sia così, supponiamo che quel pulpito supponente di ridicola autorità pubblica della periferia dell’ultimo paesino dell’ultima provincia faccia una multa, una contestazione di illecito, la metta agli atti con sopra nome e cognome del cittadino e giornalista qualsiasi. Che cosa succede allora?
E se quel gesto di fare la multa è conseguenza solo del fatto che il giornalista e cittadino qualsiasi ha “dimenticato” di votarsi ai capi politici di quel minuscolo centro di potere pubblico, chiedendo loro autorizzazione, sostegno ed appoggio in cambio del silenzio sulla verità, che cosa succede? Chi salverà gli onesti cittadini e giornalisti che fanno esattamente quello che è loro dovere e diritto?
Simone Aversano