di Rito Martignetti *
In questa delicata fase storica pre-federalista, bisogna votarsi da subito a pratiche virtuose di spesa pubblica, cominciando dal settore culturale, sistematicamente maltrattato ma potenzialmente strategico. Ben vengano i controlli sui “furbetti del no profit”: falsi agriturismi e finte associazioni culturali.
Nemmeno da sottovalutare è la crociata lanciata dal sindaco e critico d’arte Vittorio Sgarbi contro lo spreco di soldi pubblici per l’arte contemporanea, un business per la gioia di pochi, che prosciuga i bilanci di enti locali sempre meno interessati alle sorti dei musei classici della memoria e dell’identità. Fiumi ancora pieni di nuovo denaro pubblico confluiscono in consolidati progetti senza fondo, lasciando a bocca asciutta chi si aspetta occasioni di coinvolgimento diffuso e di lavoro.
Altri territori, meno attrezzati del nostro per esempio in termini di beni immateriali, riconvertono e rilanciano le loro spente economie sfruttando i dimenticati “giacimenti culturali”. Non è per caso che la Fondazione Cariplo continui a credere nel suo “Progetto Sviluppo Sud per la nascita dei distretti culturali”, pronta a sborsare fino a quattro milioni di euro per ogni nuovo distretto. L’Abruzzo e la Sicilia già prevedono i distretti culturali turistici per legge regionale.
A Faenza, il consolidamento di un “distretto culturale evoluto” affidato all’esperto prof. Pier Luigi Sacco è stato finanziato con 400mila euro, di cui solo 100mila a carico del Comune. Ebbene, qualcuno ha gridato allo scandalo per la spesa troppo alta! Pensiamo al costo totale (anche solo annuale) e ai “ritorni” delle manifestazioni che si tengono nel Sannio, generosamente foraggiate dalle giunte! Ma l’8 luglio scorso è apparso finalmente un raggio di luce all’orizzonte, grazie alle seguenti dichiarazioni dell’assessore provinciale alla cultura, ing. Carlo Falato:
“Ora il nostro impegno è quello di realizzare un vero e proprio Distretto Culturale per l’entroterra campano nel quale confluiscano le sinergie e le progettualità di tutti i soggetti pubblici e privati, nonché delle organizzazioni e delle associazioni che intervengono nella filiera turistica, per realizzare un forte modello di sviluppo turistico locale.”
Alla luce di queste importanti affermazioni, ISIDEA invita l’assessore Falato a convocare, a settembre prossimo, gli “Stati Generali della Cultura”, portando in discussione un progetto-bozza di Distretto culturale. In caso contrario, mutuando l’esperienza di Terni che si affida a questa soluzione per salvare centinaia di posti di lavoro, ISIDEA, anche attraverso facebook, raccoglierà le adesioni ad una petizione popolare di uno specifico “Comitato per un Distretto Culturale”.
* presidente di ISIDEA