di Elvira Santaniello *
I canali di Amsterdam, l’atollo di Bikini, l’altopiano centrale dello Sri Lanka e il Parco nazionale marino di Papahanaumokuakea alle Hawaii. Ecco alcuni dei quindici nuovi siti scelti dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’umanità, ai quali è stato riconosciuto un «valore universale eccezionale» e che vanno ora ad aggiungersi agli 890 già iscritti nella Convenzione dell’Unesco del 1972 sulla protezione del patrimonio mondiale dell’umanità.
Anche Benevento longobarda, forse non tutti lo sanno, ha presentato qualche anno fa la propria candidatura a patrimonio dell’umanità, indicando la chiesa di S. Sofia come suo monumento principe.
Benevento, infatti, e anche questo forse non tutti lo sanno, rientra in un’associazione di 8 Comuni (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio e Gornate Olona, Spoleto, Campello sul Clitunno e Monte Sant’Angelo) che ha presentato la candidatura seriale “I Longobardi in Italia. Centri del potere (568-774 d.C.) candidatura ufficiale 2010 dell’Italia per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco”.
Poco più di un mese fa, a Cividale del Friuli, c’è stato il passaggio di consegne tra il primo presidente di questa associazione, Attilio Vuga, ex sindaco proprio di Cividale, e il nuovo presidente, Raffaele Del Vecchio, vicesindaco di Benevento, il quale, stando allo stringato comunicato stampa presente sul sito del Comune ha dichiarato: “La mia presidenza accompagnerà l’iter conclusivo della candidatura e quanto realizzeremo in questo anno sarà determinante per il raggiungimento dell’obiettivo comune…Lavoreremo alla creazione del brand “Italia Langobardorum”, che verrà veicolato in tutte le sue possibili declinazioni.”
Ma cosa è stato fatto finora a Benevento?
A parte il valore incommensurabile della chiesa di Santa Sofia, ritenuta dall’Icomos (International Council on Monuments and Sites, l’organismo internazionale consultivo dell’Unesco, cui sono affidate le valutazioni tecnico-scientifiche sulle candidature proposte) rispondente ai requisiti conservativi e di autenticità richiesti, cosa è stato fatto per potenziare, migliorare ed aggiornare i progetti di sviluppo culturale e socio-economico dei territori come previsto dal Piano di gestione per il sito di Benevento? (per dettagli sul Piano di Gestione vedi http://www.italialangobardorum.it/)
Il vicesindaco Del Vecchio, inoltre, non è nuovo a questo incarico, essendo stato, per tutto il 2009 vicepresidente dell’associazione Italia Langobardorum.
Nell’ottobre 2009, infatti, fresco fresco di nomina, dichiarava: “La valorizzazione dei beni culturali è una delle più concrete opportunità di crescita per il nostro territorio e vorrei che la convinzione e la passione necessarie per sostenere una candidatura Unesco si trasferissero con pari forza a tutti i settori dell’amministrazione comunale e ai nostri concittadini, poiché ad essere candidata non è solo la chiesa di S. Sofia, con il suo pregio artistico e monumentale, ma anche la qualità e la civiltà del contesto urbano in cui essa vive.”
Appunto, caro vicesindaco, parliamo della qualità e della civiltà del contesto urbano…cosa è stato fatto?
Benevento continua ad essere una città sicuramente non al top dal punto di vista dei servizi, dell’amministrazione, della legalità, dell’economia, del lavoro e degli investimenti, del rispetto dell’ambiente e della raccolta differenziata per non parlare poi della democrazia partecipata e di tutti gli aspetti legati al rispetto della parità di genere, che ultimamente ha monopolizzato la stampa locale…
Benevento, insomma, è indietro su molte questioni fondamentali per una città moderna e queste cose non sono io ad affermarlo ma ci sono i dati Istat e i risultati di numerose ricerche a confermarlo.
Dunque, come si presenterà Benevento agli osservatori dell’Icomos che, entro l’autunno, verranno a fare la loro ispezione di rito?
Basterà soltanto la meraviglia storica, architettonica e artistica della chiesa di Santa Sofia a determinare un giudizio positivo?
E poi, per aumentare il coinvolgimento della gente nella realizzazione dell’iter di avvicinamento ad un esito positivo della candidatura, quali dei punti presenti nel Piano di promozione e sensibilizzazione sono stati già realizzati o sono in fase di realizzazione?
Caro vice sindaco forse crede davvero che basterà un anno, solo un anno a Innalzare il livello di conoscenza del patrimonio archeologico e monumentale a livello locale; migliorare la promozione culturale sul sito; aumentare la sensibilizzazione dei giovani in età scolare come previsto dal suddetto Piano?
Come l’amministrazione e l’assessorato alla cultura hanno cercato di avvicinare ai Longobardi i bambini e i ragazzi nonchè, e soprattutto direi, il cittadino medio, con una cultura di medio livello, non specializzata in studi storici?
Quali sono stati i percorsi di sensibilizzazione della cittadinanza ad un evento importantissimo quale una candidatura a patrimonio dell’umanità?
Basteranno le mostre e i convegni, molto spesso assolutamente autoreferenziali e poco attente ad un pubblico non coltissimo, organizzate dal Club Inner Wheel a convincere gli ispettori dell’Icomos?
Questi sono interventi che non possono essere realizzati in quattro e quattr’otto e con superficialità…ne andrebbe della buona riuscita del progetto.
Mi chiedo allora se il vicesindaco Del Vecchio ha magari intenzione di rivolgersi a qualche straga, sul filo della migliore tradizione beneventana, alla ricerca di filtri e incantesimi atti alla bisogna…
Sarebbero sicuramente un valido aiuto!
* Rete delle Rose Rosse