di Francesca Nardi
“L’arresto di un giornalista non ‘è faccenda di tutti i giorni…e Gianluigi Guarino è un giornalista della nostra terra, un giornalista che oggi si trova in carcere per un cumulo di pene…addebiti che gli derivano dalla mancata vigilanza su articoli comparsi a suo tempo, sul quotidiano di cui era direttore…una vicenda surreale, in cui si intrecciano mancate costituzioni in giudizio da parte di legali che non avevano ricevuto alcun compenso da parte della proprietà del giornale, mancati ricorsi in appello e forse, anzi senz’altro, una nutrita porzione di leggerezza da parte dell’interessato. ” Vincenzo D’Anna, parlamentare del Pdl è stato il primo politico a varcare la soglia grigia della Casa Circondariale di Benevento per incontrare il collega Gianluigi Guarino, in carcere ormai da due settimane ed al termine della visita che si è estesa anche ad altri reparti dell’istituto di pena, è apparso ..da un lato coinvolto emotivamente…e dall’altro determinato a sollecitare istituzioni ed organi preposti a creare le condizioni affinchè gli evidenti problemi di una struttura come il carcere di Benevento, non restino chiusi dentro le mura ma possano trovare riscontro e soluzione… Razionale e concreto come sempre D’Anna… anche se in un primo momento l’emozione sembra averla vinta sul resto …del resto assorbire direttamente il gelo della privazione, respirare l’assenza di libertà e come in certi luoghi la volontà di decidere si annulli, non può lasciare indifferenti… “Volevo accertarmi di persona delle condizioni di salute e soprattutto delle sue condizioni psichiche – ha raccontato – e devo dire che Gianluigi Guarino sembra tollerare molto bene lo status di disagio che si trova a vivere, noi ci auguriamo per un breve periodo…Consapevole fino in fondo della situazione che si è venuta a determinare appare fiducioso e spera in una rapida soluzione. “L’onorevole D’Anna come abbiamo detto si è interessato anche ad altri reparti: “Ho visitato l’infermeria del carcere e sono rimasto favorevolmente impressionato per le ottime condizioni igieniche del reparto, che ritengo siano superiori e di gran lunga migliori di quelle che si riscontrano al pronto soccorso dell’ospedale di Maddaloni”…Banghete!!! Un colpo ben mirato alla sanità claudicante della provincia di Caserta non va mai perso .. anzi tende a spiccare in tutto il suo fulgore soprattutto se sguazza nel mare magnum delle tante autocelebrazioni “impunite” che siamo costretti a digerire. “Le celle sono a due posti con il bagno interno – continua D’Anna- ed i detenuti cucinano da soli il loro pasto…E’ tutto in ordine e pulito ma..purtroppo vi è un caldo infernale..pensi che alle 10 del mattino si soffocava già…le condizioni da questo punto di vista sono veramente disumane… Mi sono inoltre informato sull’età media dei detenuti e mi ha colpito il fatto che la stessa si aggiri intorno ai 35 e 40 anni…alcuni di loro sono addirittura ergastolani….una grande quantità di giovani segnati dalla vita… dal dolore…è tutto molto triste e noi dobbiamo interrogarci anche su questo…non possiamo vivere completamente altrove…Nella struttura vi è anche una sezione femminile …al momento vi sono 20 donne e… un reparto di massima sicurezza dove sono rinchiusi i terroristi islamici… il reparto è assolutamente isolato ed io non ho neppure chiesto di visitarlo…una piccola Guantanamo in cui le condizioni carcerarie già dure sono ancora più dure…un mondo a sé che ci appartiene comunque… che non possiamo far finta che non ci sia, una dimensione reale che pesa come un fallimento nella nostra esistenza…”.
FONTE: LUNASET