Lunedì 26 aprile alle ore 18.45, presso la libreria Luidig di Benevento (Palazzo Collenea, corso Garibaldi 95), Isaia Sales presenterà il libro “I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra Mafie e Chiesa cattolica” (Baldini Castoldi Dalai).
All’evento, che è promosso dall’associazione Luidig in collaborazione con l’associazione Sanniopress Onlus, oltre all’autore, interverranno: il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, e il vicario per la cultura e i beni culturali dell’arcidiocesi di Benevento, nonché docente presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, don Mario Iadanza. Modererà il giornalista Billy Nuzzolillo.
Isaia Sales è docente di Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È stato deputato della Repubblica e sottosegretario all’Economia nel primo governo Prodi (1996-1998). È autore dei seguenti libri: La camorra, le camorre, con prefazione di C. Stajano (1988); Leghisti e Sudisti (1993); «Il caso Cirillo», in Cirillo, Ligato, Lima: tre storie di mafia e politica, a cura di N. Tranfaglia (1994); Il Sud al tempo dell’euro, con prefazione di C.A. Ciampi (1998); Riformisti senz’anima (2003). Ha vinto il Premio Napoli nel 2007 con il saggio Le strade della violenza. Malviventi e bande di camorra a Napoli (2006). Ha curato la voce «camorra» per l’Enciclopedia Treccani.
Ecco di seguito una breve presentazione del libro: “Sono duecento anni che esistono le mafie in Italia. Se non sono state ancora sconfitte vuol dire che i motivi del loro “successo” non sono stati completamente individuati. Il libro affronta il tema delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti nell’affermazione delle organizzazioni mafiose, esaminando l’apporto culturale che direttamente o indirettamente la dottrina della Chiesa ha fornito al loro apparato ideologico. Come spiegare il fatto che in quattro “cattolicissime” regioni meridionali si siano sviluppate alcune delle organizzazioni criminali più spietate e potenti al mondo? Come spiegare che la maggioranza degli affiliati a queste bande di assassini si dichiarino cattolici osservanti? Che rapporto c’è tra cultura mafiosa e cultura cattolica? E perché questo rapporto non è stato mai indagato in sede storica e, invece, è sempre smentito o sottovalutato? Il libro parla di tutto questo, senza intenti scandalistici. La convinzione dell’autore è che senza il sostegno culturale della Chiesa le mafie non si sarebbero potute radicare così profondamente nel Sud del nostro Paese. Il successo di queste organizzazioni criminali rappresenta dunque un insuccesso della Chiesa cattolica ma, al tempo stesso, senza una Chiesa realmente e cristianamente antimafiosa la lotta per la sconfitta definitiva delle mafie sarà ancora lunga”.