Nell’ambito della Stagione teatrale OBIETTIVO T, patrocinata dal Comune di Benevento – Assessorato alla Cultura e organizzata dalla Solot Compagnia Stabile della città, il 20 MARZO presso il MULINO PACIFICO, ore 20,30, si terrà lo spettacolo “Valani”, testo di Michelangelo Fetto, musiche originali composte ed eseguite dai Sancto Ianne, con Antonio Intorcia, Michelangelo Fetto e con Gianni Principe – voce, Ciro Maria Schettino – chitarre e mandoloncello, Antonio Pasquariello – chitarre, Raffaele Tiseo – violino, Sergio Napolitano – fisarmonica, Massimo Amoriello – basso elettrico, Alfonso Coviello – percussioni, regia di Michelangelo Fetto, con la consulenza storica di Elisabetta Landi. Inoltre, hanno collaborato al progetto: Antonio Messina – video, Pierluigi Iele – tecnico del suono, Vincenzo Fucci – foto di scena organizzazione, Paola Fetto e Tecla Iervoglini. Lo spettacolo è una produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento e Sancto Ianne, con il contributo della Provincia di Benevento.
Attori e musicisti si sono incontrati nel desiderio comune di dare voce alla vicenda storica di quegli uomini che ancora oggi portano sulla pelle i segni della violenza e tra le labbra il sapore della fame, vecchi guerrieri col viso ancora segnato a raccontare il dramma che ne ha segnato l’esistenza, rendendoli per sempre “valani”. Le atmosfere musicali dei Sancto Ianne, che accompagnano la drammatizzazione, si accordano con il lavoro storico del gruppo ispiratosi sempre a storie strettamente legate al territorio.
Il Mercato dei Valani di Benevento, rimosso dal ricordo cittadino, è stato ricostruito grazie alla memoria individuale dei protagonisti di questa vicenda ai quali è stato negato, non soltanto il diritto all’infanzia, ma anche quello ad una scrittura storiografica. La messa in scena indaga un fenomeno ancora oscuro della nostra storia, che riporta a galla ricordi dolorosi per i sopravvissuti insieme alla consapevolezza che il centro storico della città sia stato scenario di immensa crudeltà.
La pubblica vendita di manodopera agricola si svolgeva a Piazza Orsini il giorno dell’Assunta e da consuetudine perpetrata nel corso dei secoli, la cui origine è difficile documentare, diventa, nel secondo dopoguerra, pratica ordinaria tra padroni e servi e dettaglio del giorno festivo per gli abitanti della città, troppo divertiti per denunciare la pubblica esposizione dei lavoratori agricoli e troppo distratti per poterne ricordare oggi lo svolgimento. Fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, i contadini poveri conducevano i propri figli maschi, già dall’età di sei o sette anni, nella piazza antistante il duomo di Benevento dove un proprietario terriero o un massaro, che avesse avuto bisogno di un bambino presso il proprio fondo, non soltanto poteva richiedere manodopera infantile e quindi irregolare senza dover corrispondere il salario giornaliero o mensile al lavoratore, ma poteva controllare la costituzione del minore, toccarne il corpo, visionarne la dentatura, osservarne le mani e valutarne così le sue capacità e la forza fisica, proprio come accadeva nelle fiere del bestiame.
Il mercato risultava il metodo più semplice per sistemare una bocca da sfamare alla quale, quasi certamente, la famiglia non avrebbe potuto provvedere. Il bambino, secondo le fonti, cominciava il lavoro l’otto settembre, giorno della natività della Vergine, detta non a caso Protettrice o Madonna dei Valani. I minori venivano impiegati come stallieri, bifolchi e pastori. I più piccoli venivano definiti, nella gerarchia del fondo, varzuni, mentre quelli più grandi valani, a questi ultimi era affidato il compito di condurre i buoi nell’aratura dei campi. All’interno della tenuta, i bambini erano costretti a svolgere ogni tipo di lavoro, da quello agricolo a quello domestico.
A scrivere del mercato dei valani, nella seconda metà degli anni cinquanta, sono stati in molti, tutti dopo la denuncia dell’avvocato beneventano Francesco Romano: Corrado Alvaro, Guido Piovene, Luigi Einaudi e persino Gaetano Salvemini.
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