di Giancristiano Desiderio
La centrale turbogas ha un merito: costringe i politici, che siano favorevoli o contrari, a dimostrare di non essere dei dilettanti o dei cialtroni. La protesta di AltraBenevento con lo striscione davanti alla villa comunale – striscione poi rimosso dagli agenti della polizia – era volutamente sopra le righe: “Pericolo Turbogas per colpa dei politici”. Tuttavia, la protesta colpisce nel segno perché proprio i politici sono tenuti a spiegare con buone ragioni, comprovate dai fatti, perché la centrale va bene o perché la centrale va male. Chi si candida a rappresentare un territorio ha onori, ma non può credere di non avere oneri. La discussa centrale termoelettrica, voluta dallo Stato con, sembra, l’assenso della Regione, nella località di Ponte Valentino obbliga i candidati alle regionali a dire se sono favorevoli o contrari. Ma – ecco il punto – il loro assenso o il loro diniego dovrà essere preciso, motivato, scrupoloso: non si potrà dire “no” solo perché non si ha il coraggio di dire “sì” e, viceversa, non si potrà dire “sì” in ossequio alla logica di schieramento e di partito. Fino ad ora queste argomentazioni sensate e documentate non ci sono state, mentre c’è stata una gara a evitare il problema.
La politica sannita, con poche significative eccezioni, è contrassegnata dalla retorica. La retorica è un elemento inevitabile della politica e di quella italiana in particolare. “La politica si fa a orecchio: ossia per sentito dire” diceva Barzini jr. Nel Sannio la politica è quasi sempre solo retorica: la parlata avvocatesca – per altro di bassissima qualità e al limite della balbuzie e del non senso – è il solo contenuto del discorso pubblico. Basta dare uno sguardo ai manifesti elettorali che ci sono in giro: la parola Sannio è ovunque, ma è una parola vuota che è ripetuta come un mantra. Roba da azzeccagarbugli. Ora la centrale turbogas fa saltare tutto per aria: è su questo problema che si misura la qualità dei candidati al consiglio regionale e non perché li obbliga a dire se sono favorevoli o contrari, ma perché dovranno spiegare quali sono le ragioni politiche ed energetiche del loro “no” o del loro “sì”. Il vero problema non è la centrale, ma i cialtroni.