di Billy Nuzzolillo
Come restare indignati senza diventare frustrati e sfuggire alla sensazione di solitudine di chi vorrebbe cambiare le cose?
Qualche settimana fa Michele Serra dalle colonne del Venerdì di Repubblica scriveva: “La politica, in questo momento, non ha un grande potere di attrazione, esiste però una fitta rete di associazioni, di esperienze, di incontri che consentono alle persone di esprimersi”.
E proseguiva scrivendo: “L’indignazione e l’incazzatura, in sé, sono solo un grumo vitale ma confuso, buono per catalizzare altri indignati. Ma se le usi, indignazione e incazzatura, come benzina da mettere in un motore, allora cominci a fare strada, e facendo strada il paesaggio ti sembra meno immobile, la tua impotenza comincia a diradarsi”.
E al giovane lettore che gli chiedeva cosa fare, Serra rispondeva: “Leggi, parla, incontra i tuoi simili. Non lasciarti rodere dalla rabbia… Indignarsi è il primo grado. Il difficile comincia dopo”.
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Caro Billy anch’io diserto le urne oppure rifiuto la scheda facendo verbalizzare che la rifiuto in quanto non mi sento rappresentata da nessuno. “Rappresentata”: questo forse è il punto. Penso che dobbiamo imparare a praticare la democrazia diretta i cui cardini sono nella costituzione, la quale prevede democrazia rappresentativa + democrazia diretta.Forse è l’unico modo per incanalare la nostra rabbia ed indignazione e fare qualcosa di concreto.La sovranità che spetta al popolo resterà sempre monca se la riduciamo alla democrazia rappresentativa:tutti gli indignati devono avere un peso politico costruttivo e apartitico.Il popolo ha poteri di iniziativa legislativa, ma quando è stato veramente consapevole delle sue prerogative? Mai! Ora siamo ad una deriva democratica e l’unico mezzo che abbiamo per guadare la nausea e la sensazione d’impotenza è riappropriarci del nostro potere con le connesse responsabilità.Grazie per la riflessione che mi consenti…
Aggiungo…ci riflettevo proprio ieri: la Costituzione italiana dice molto chiaramente che la sovranità è esercitata dal popolo in maniera INDIRETTA (attraverso quindi dei rappresentanti eletti dal popolo – ora non più con l’attuale legge elettorale) ed in maniera DIRETTA, quindi Democrazia RAPPRESENTATIVA e Democrazia DIRETTA.
Gli articoli 50, 71, 75 e 138 della Costituzione italiana non lasciano molte vie di interpretazione, sono chiarissimi!. La Democrazia Rappresentativa complementata dalla Democrazia Diretta è quanto aveva in mente l’assemblea costituente quando stabiliva all’articolo 1 che “la sovranità appartiene al popolo”… che la esercita appunto con ENTRAMBE le forme citate sopra.
E’ più che logico e giusto che un SOVRANO possa decidere quando lasciare ogni decisione a colui che delega ad amministrare i suoi averi e quando invece decidere da sè..