Da ieri il sito de Il Quaderno ha ufficialmente sospeso l’aggiornamento. A comunicarlo è stato stranamente l’editore (e cioè l’imprenditore Antonio De Vizia) e non il direttore e fondatore, Carlo Panella, a cui sarebbe invece spettato il compito di farlo.
“Per motivi tecnici, relativi alla nuova configurazione tecnologica, l’aggiornamento del sito è temporaneamente sospesa” si legge nella homepage del sito, che già non veniva aggiornato dallo scorso 3 gennaio. In realtà, è già da qualche mese che Il Quaderno viveva una situazione di difficoltà: stipendi ai giornalisti liquidati con ritardo (alcuni, in verità, non ancora liquidati…), mancato rinnovo dei contratti in scadenza ai giornalisti ed altro ancora.
Profetiche, del resto, erano state le parole di Carlo Panella nell’ultimo editoriale della versione cartacea del giornale, che vi riproponiamo di seguito:
“E’ tempo di bilanci anche per “il Quaderno” perché il 2009 ha segnato il compimento del 20° anno di attività del periodico nel 2002 diventato settimanale, dal 2006 anche quotidiano multimediale online. Dal prodotto di nicchia e di denuncia autogestito, grazie ai tanti (100 “quadernisti”!) volontari, all’attuale, senza falsa modestia, d’eccellenza: oltre 1,6 milioni di pagine viste, 400mila visite e 111.000 visitatori unici al mese nel Sannio dei 180mila abitanti. Servizio pubblico, ormai, indispensabile www.ilquaderno.it.
Cifre citate soprattutto per lodare il pool impegnato in redazione sulle due testate, con professionalità e abnegazione, in azione in primis per spirito di servizio, amore del mestiere. Mai in cerca di prebende e sempre di fronte, se non contro i poteri, grazie anche ai diversi editori avvicendatisi.
Informazione a schiena dritta, senza querele e senza padroni. Poi, la vita è strana, far bene può non bastare. Ma, se anche il Quaderno non dovesse più esserci, quanto fatto, nel descritto contesto, rimane: fai quel che devi, accada quel che può!”.
La speranza, ora, è che Il Quaderno non scompaia e che l’editore, se ha davvero deciso di “disimpegnarsi” (si parla anche di cessione), concordi con il fondatore e i giornalisti (a cui va la nostra solidarietà) la sorte della gloriosa testata.
Billy Nuzzolillo