di Simone Aversano
E’ stato arrestato ieri sera, 16 dicembre, l’ultimo giovane beneventano accusato di spaccio di droga. Questa volta i militari dell’Arma hanno dovuto constatare lo stato di flagranza nel reato, per un 18enne residente nel quartiere Capodimonte, trovato in possesso di circa 2 grammi di eroina. Il ragazzo aveva con sè anche strumenti di precisione, per il taglio ed il confezionamento della sostanza stupefacente che spacciava.
Anche se questa volta il provvedimento giudiziario eseguito dalle Forze dell’Ordine non rientra in alcuna più ampia operazione antidroga nel nostro territorio, siamo comunque di fronte ad una significativa emergenza del fenomeno dello spaccio di stupefacenti a Benevento. Dopo la recente operazione “Felopa”, che ha portato all’arresto o alla denuncia di una decina di giovani della nostra città per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, sembra ormai essere emerso alla grande attenzione un problema che è sempre esistito ma che difficilmente è stato preso in debita considerazione, dagli amministratori locali così come dai cittadini.
A rendere evidentemente maggiore la portata del fenomeno, ci stanno pensando gli ulteriori provvedimenti del medesimo tipo comminati negli ultimi giorni ad altri giovanissimi, mentre le indagini delle Forze dell’Ordine proseguono in quella che sembra essere la giusta direzione per suscitare la dovuta presa d’atto da parte di tutti. Purtroppo soltanto questi arresti – e ce ne stiamo accorgendo proprio in queste settimane – riescono a farci svegliare, aprendoci gli occhi su una realtà sociale che è emarginata tanto quanto indipendente nel proprio mondo: la gioventù beneventana e sannita, facile preda di facili guadagni e di ingannevoli luci del benessere.
Come ha avuto modo di scrivere Arianna Apollonio nell’ultimo numero del settimanale sannita online Sannio Week, il fatto che diversi dei giovani arrestati recentemente a Benevento per questioni di droga appartengano alla così detta “Benevento bene”, quella più ricca e facoltosa, è questione da tenere in considerazione ma non così tanto. Il problema vero è che sempre più ragazzi nella nostra città e provincia entrano in contatto con simili scenari, diventandone “clienti affezionati” in brevissimo tempo, visti anche i certamente ottimi guadagni che certi ambienti purtroppo garantiscono. E non c’è da meravigliarsi, poi, se sono sempre più frequenti gli atti di vandalismo nelle scuole ed il tasso di assenteismo scolastico si fa sempre maggiore anche negli anni della scuola dell’obbligo.
E’ vero, è bene non generalizzare e separare i diversi aspetti di un fenomeno. Ma certamente una delle motivazioni che possono spingere un ragazzino, per di più con alle spalle una famiglia di non straordinarie condizioni economiche – per fare l’esempio di chi non sta dentro la “Benevento bene” – , a devastare il proprio istituto scolastico, magari commissionando a un individuo esterno il compimento dell’atto (come pure è successo di recente a Benevento), può essere proprio la vicinanza al mondo della droga, dei facili guadagni, del benessere apparente ma sfavillante dentro cui la nostra città si sta immergendo sempre di più.
Dietro tutto questo c’è troppo spesso una politica locale disattenta, che crede ancora di dialogare con la gioventù che è presente alle manifestazioni, ai convegni, alle varie iniziative, pur lodevoli, che di volta in volta si organizzano sul territorio. Si parla con il volto di quella gioventù, ma si dovrebbe parlare al cuore di quei ragazzi. E molti giovani non entrano neppure nelle sale pubbliche, non appaiono nella vita quotidiana che i giornalisti, i personaggi pubblici, la gente comune e gli amministratori locali sanno riconoscere e vivere. Ci sono luoghi, a Benevento, che in certe ore del giorno hanno un significato differente dal resto, e diventano “covo” e riparo per moltissimi giovani che sono entrati in giri sporchi e dannati. E magari, cosa frequente, si tratta degli stessi ragazzi che molti conoscono, che si vedono tranquilli lungo le strade durante il giorno, che appaiono studenti diligenti e ragazzi promettenti agli occhi delle proprie famiglie.
A Benevento c’è un mondo sommerso di giovani e ragazzini che vogliono starsene per conto proprio, consumando la propria vita come meglio credono, fra droga e movida accesa, tra eccessi di alcol e sballi incontrollati. E’ un mondo sommerso che sta emergendo, ma soltanto per la punta dei capelli. I recenti arresti stanno svegliando qualcuno, mentre i più assopiti continuano a non capire cosa sta veramente accadendo. C’è ancora tempo per impegnarsi a dare a questi giovani speranze concrete, che siano di lavoro e di integrazione sociale, di studio effettivo e di ambiti culturali aperti alle libere iniziative. L’importante è accorgersi adesso del cambiamento già in atto da anni, e che gli amministratori locali non siano gli ultimi ad aprire gli occhi.