E’ cominciato alla Villa dei Papi di Benevento “Sannio Sity 2009 – Sannio, Sviluppo, Innovazione, Tecnologie”, il ciclo di Seminari con i quali la Provincia intende discutere con il territorio sulle principali opzioni e sui principali progetti per la crescita socio-economica.
Il primo incontro, moderato dal giornalista Alfonso Ruffo, è stato dedicato alla diga di Campolattaro sul fiume Tammaro, il più grande invaso della Campania, i cui lavori furono ultimati nel 1993, capace di raccogliere almeno 85.000 metri cubi del prezioso liquido, ma ancora non entrato in funzione.
Questa straordinaria risorsa del territorio deve essere sfruttata in una modalità eco-compatibile: è quanto ha sostenuto il presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile, che ha promosso Sannio Sity 2009.
Cimitile ha introdotto con queste parole il ciclo dei Seminari e quello odierno dedicato al tema dell’invaso: “Noi siamo le aree interne della Campania, non siamo le terre del mare, dell’acqua salata, ma … siamo la Campania dell’acqua dolce”. La fonte primaria di vita, la più importante e preziosa risorsa del nostro tempo, l’acqua è una ricchezza del Sannio, i cui assetti territoriali sono stati modellati proprio dai corsi d’acqua che hanno dato il proprio nome persino ai suoi comprensori ed alle sue aree. “La Diga di Campolattaro – ha affermato Cimitile – può essere il nocciolo di una nuova centralità dell’acqua nella cultura, nella vita, nell’economia e nello sviluppo sostenibile del Sannio”. L’acqua è mito, è filosofia, è poesia, ha detto Cimitile; ma, ha precisato, dell’acqua oggi se ne fa un uso sempre più smodato ed incontrollato: il consumo di questa risorsa a livello globale, o almeno in Occidente, è raddoppiato in trent’anni e raddoppierà nei prossimi decenni, sebbene le aree povere del mondo ne siano prive. Ebbene il Sannio, che ha abbondanza di questa risorsa, si deve porre il problema di utilizzarla convenientemente. Il presidente della Provincia ha proposto che l’invaso di Campolattaro sia uno strumento di valorizzazione dell’ambiente, utilizzato per l’agricoltura e gli insediamenti antropici, fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica ed, infine, una straordinaria offerta di conoscenza, di emozioni, di spettacolo, di arte e di creatività e di cultura ambientale.
Il Sannio è terra dell’osso, rispetto alla polpa del Mezzogiorno, ha aggiunto Cimitile, ma il Sannio è anche “il vento buono” della Campania, è il “green belt”, è la “green econonomy”, è il vivere “en plein air. L’acqua è la fonte perché le aree interne ritrovino la propria identità e il proprio sviluppo. Il Sannio, ha precisato Cimitile, dedito all’innovazione, ma anche alla identità culturale, è terra di grandi ed originali tradizioni, di tecnologie innovative e di alta formazione e di ricerca: in un grande contesto ambientale, la Provincia di Benevento ha ipotizzato un intervento per quella risorsa che tanto ha segnato la storia del territorio. Già un progetto di rilancio per consolidare le sponde dell’area a monte della diga di Campolattaro è stato concordato, grazie ad un protocollo d’intesa, con la Regione Campania: su questa base si può partire per scrivere una pagina nuova per il Sannio impostato sulla natura e sullo sviluppo eco-compatibile con interventi capaci di mobilitare centinaia di milioni di Euro, ma anche di rispettare la Natura ed anzi di riproporla agli occhi e al cuore dell’uomo metropolitano. Il metodo di lavoro che la Provincia si è dato per lo sviluppo, ha concluso Cimitile, è del resto quello che la società civile e la classe politica del Sannio converga su progetti condivisi, che nascono dalla discussione e dal dibattito, e che vengono realizzati anche da schieramenti politici alternativi a quelli che li hanno proposti.
I lavori al Seminario sono stati quindi introdotti dal consigliere provinciale Carlo Petriella. Questi ha ricordato la storia di un impianto che causò l’esproprio della terra a ben 1.200 Aziende e di altrettante famiglie di coltivatori di Morcone e Campolattaro: il territorio dell’Alto Tammaro, ha detto Petriella, ha dunque dato moltissimo in termini di sofferenza umana ed economica e si aspetta da trent’anni un ritorno dei sacrifici patiti.
Fabrizio Canonico del WW F regionale ha illustrato quanto si sta facendo per la nascita della Oasi naturale attorno alla diga di Campolattaro, promossa per iniziativa della Provincia di Benevento e della stessa WWF già da qualche anno. L’Oasi ha già consentito la rinascita dell’ambiente e dell’ecosistema locale e costituisce essa stessa un ulteriore valore aggiunto per il territorio del Tammaro.
L’ing. Giuseppe Merlino, già collaboratore economico del Governo Prodi e che rappresenta la Provincia di Benevento al Tavolo tecnico regionale per la diga di Campolattaro, ha ricordato che nel 1992, quando cioè fu soppresso l’intervento straordinario nel Mezzogiorno, ben 40.000 erano le opere lasciate incompiute per diverse ragioni dalla Cassa per il Mezzogiorno, mentre ben 55mila furono i miliardi di lire già promessi al Sud che furono cancellati quasi d’improvviso. In più con l’introduzione dell’Euro, ha detto Merlino, il Mezzogiorno si vide assegnato il 90% in meno delle risorse finanziarie in precedenza ad esso riconosciute: la diga di Campolattaro, una di queste incompiute, rischiavano pertanto di restare tale per sempre. Ma oggi essa è nelle condizioni di essere valorizzata e di essere messa a punto grazie alla mobilitazione degli anni scorsi da parte della Provincia, della stessa Regione e dei Governi nazionali. Essa del resto é una risorsa strategica, riconosciuta come tale dai protocolli nazionali per le acque. Cosa significa questa risorsa per il Sannio è presto detto, secondomerlino: il PIL provinciale, ha spiegato l’oratore, può aumentare del 15% in cinque anni con questa sola risorsa. Si tratta dunque di un fatto epocale e di un programma di fondamentale rilievo. Ed oggi, purtroppo, il PIL provinciale, ha precisato Merlino, è determinato per oltre la metà da trasferimenti di risorse statali: con la diga, invece, il Sannio dovrebbe dunque dare cambiare pagina. Si può costruire una nuova visione del territorio su questa risorsa – ha sostenuto Merlino. Due studi di fattibilità sull’impianto hanno creato le premesse per progettare una riserva strategica si sviluppo contando su fondi di sviluppo europei e sulla legge obiettivo, anche perché fino ad oggi la regione non ha speso nulla in materia di acque.
Il dott. Fabio Bocchiola, direttore generale di Rezia Italia, che ha risposto a suo tempo ad un bando pubblico in Gazzetta Ufficiale, ha parlato del progetto redatto per lo sfruttamento della diga di Campolattaro al fine di produrre energia elettrica. L’invaso sul Tammaroha spiegato l’oratore può, per la sua baricentrica posizione e per la morfologia territoriale in cui è inserita, essere una risorsa ottimale in questo senso: Rezia ipotizza un intervento “quasi invisibile”, da realizzare in località Monte Alto del vicino comune di Pontelandolfo. In altri termini, Rezia pensa di creare, grazie ad una caverna lunga circa dieci chilometri con un diametro di 8 metri, un bacino supplementare, alimentato dall’invaso principale, che consentirà la necessaria altezza per la caduta del liquido e consentendo di far muovere le turbine per produrre energia. La stessa centrale sarà un manufatto quasi invisibile. Rezia ritiene che possano essere prodotti 500 megawatt di energia e che l’acqua del Tammaro non verrà sfruttata, ma solo presa a prestito e restituito nell’invaso principale. L’investimento è di 5-600 milioni di Euro e per costruirla occorreranno 4 o 5 anni.
L’arch. Italo Rota, progettista di fama mondiale, ha discusso di “acqua amica, acqua utile, acqua spettacolo, acqua protagonista”. Infatti, per lui il Sannio ha il suo mare, un mare interno con i suoi corsi d’acqua: l’acqua è amica dell’uomo perché è la sua componente fondamentale; tuttavia, l’uomo contemporaneo l’ha dimenticata, non la riconosce più, non ha più rapporto in generale con la natura: per ricreare il legame simbiotico, dunque, secondo Rota, occorre una funzione di spettacolo, cioè utile di aggregazione e di conoscenza. La Natura va ritrovata attraverso interventi non invasivi, ha detto Rota: le acque interne, di solito, sono poco conosciute almeno nel nostro Paese, eppure gli acquari interni (cioè non marini) sono invece grandi attrattori altrove, per esempio in Spagna. Occorre dunque riscoprire l’acqua interna: i fiumi peraltro sono abitati da esseri meravigliosi, come i mari; occorre aiutare l’uomo a ritrovare la loro complessità e la loro meraviglia. Peraltro, secondo Rota, le acque interne possono costituire anche “terme”, cioè esse possono dare una dimensione dell’acqua come ottimale per il riposo, il relax ed il divertimento. Con le acque libere, con i boschi, la campagna, le Oasi naturali, insomma con tutto ciò che costituisce il complesso delle aree interne l’uomo contemporaneo può riconquistare il tempo libero e recuperare la natura, grande attrattore di innovazione, di cultura, di creatività. L’acqua, gli alberi e gli stessi animali del territorio delle aree interne sono essi stessi “cittadini”: essi consentono alla vita di andare avanti. Ecco il valore aggiunto del Sannio, secondo Rota: non bisogna occuparsi soltanto dei “cittadini veri”, ma anche del luogo dove essi abitano e vivono. Occorre dunque una piccola rivoluzione culturale che ci deve consentire di ritrovare gli animali e la Natura che oggi ci sono invisibili, perché essi sono fonti di educazione e di conoscenza. Per Rota infatti, gli alberi sono gli unici testimoni viventi della nostra storia e comunque gli elementi naturali sono i veri monumenti del nostro Paese: su questi elementi noi possiamo fondare le nuove ricchezze. La biodiversità è un valore anche solo dal punto di vista semplicemente educativo e dove questa risorsa c’è, come nel Sannio e attorno alla diga di Campolattaro, si può fare pedagogia con la Natura. Dunque, l’acqua è la nostra identità condivisa. La ri-scoperta della natura, però, può avvenire, secondo Rota, attraverso una spettacolarizzazione di questo rapporto al fine di renderlo riconoscibile a chi ha perso le coordinate per incontrarlo. La riscoperta è anche un modo per aiutare questa stessa natura a rinnovarsi: da qui, con il progetto del Parco delle Acque con la diga e attorno alla diga, si ricompone l’identità culturale e storica. Il progetto, ha concluso Rota, per un’area di spettacolo per la diga di Campolattaro sarà pronto tra due o tre mesi.
Il prof. Vincenzo Tedeschi, fratello del compianto presidented ella Provincia Luigi, ha quindi portato nel corso del dibattito che si è aperto, la testimonianza del significato e del valore che il Tammaro aveva ed ha per la comunità locale.
Il consigliere provinciale Paolo Visconti ha parlato della necessità di procedere ad elaborazioni coerenti di progetti di sviluppo credibili ed ha definito ottima l’iniziativa della amministrazione Cimitile.
Enzo Aprea, segretario provinciale della CGIL, ha richiamato l’attenzione generale sulla necessità da parte della classe politica di fare presto in decisioni che possano creare lavoro e sviluppo a fronte di una pesante crisi economica in atto.
Pasqualino Cusano, sindaco di Sassinoro ha riferito di alcuni progetti che la comunità dell’Alto Tammaro sta portando avanti per la tutela della salubrità delle acque locali.
L’ing. Giuseppe Vacca ha riferito importanti dettagli tecnici circa la diga in particolare per quanto concerne la sua portata minima che viene comunque assicurata per 20 milioni di metri cubi d’acqua a anche in periodo di siccità.
Gianluca Aceto, assessore provinciale all’ambiente, ha discusso sul dovere di garantire l’uso pubblico delle acque quale bene indisponibile per la collettività locale, sottratto allo sfruttamento commerciale.
Il consigliere comunale Nicola Boccalone ha sostenuto essere imprescindibile armonizzare una progettualità di sistema di tipo direzionale per capire chi e come governa il processo.
Il consigliere regionale Mario Ascierto Della Ratta ha discusso della qualità e ricerca per garantire la efficienza della spesa pubblica nel sistema territoriale delle aree interne.
L’assessore comunale di Benevento Cosimo Lepore, nel portare il saluto del sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ha discusso sulla tematica della gestione delle acque a fronte delle nuove norme in materia di aziende di servizi.