(Messaggio D’Oggi) – Un giornalista pigro e burbero, scettico verso la politica ma non nostalgico, incuriosito dalla società e stimolato dalla buona volontà ad andare avanti. Questa la figura di Ricardo Gomez, protagonista del romanzo “Tango criminale” del beneventano Bruno Carapella, edito da Guida.
Un libro che troppo facilmente attira su di sè l’etichetta di semplice “noir”, per poi rivelarsi una raccolta frenetica di immagini del nostro mondo campano, tra corruzioni e malaffare, tra tradizioni e prospettive future spezzate, tra giornalismo e potere. Un libro che impone il ritmo di un tango che è al tempo stesso una tarantella, in una storia sospesa tra Sud Italia e Sudamerica, tanto verosimile da essere quasi vera.
Questi contenuti e queste sfumature hanno contribuito a raccogliere un folto pubblico in occasione della presentazione del romanzo, tenutasi lo scorso venerdì 23 ottobre presso la Biblioteca Provinciale di Benevento, ultimo incontro di quest’anno della rassegna “Nonsololibri – Incontri e strumenti per navigare nella contemporaneità”, che in tale occasione ha visto presentare per la prima volta un romanzo.
Un’iniziativa promossa dall’associazione Sanniopress Onlus con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Benevento e con il sostegno delle imprese sannite Eurogronde, Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio, Aesse Stampa e Solaria Swimming Pool. Terminata con questo appuntamento anche l’appendice autunnale della rassegna, Nonsololibri tornerà a gennaio 2010 con nuovi incontri e nuovi libri da leggere e approfondire.
L’autore Bruno Carapella, alla prima esperienza narrativa, ha potuto raccontarsi e parlare della propria opera in una piacevole e ricca conversazione, introdotta dal presidente di Sanniopress Onlus Billy Nuzzolillo ed arricchita dalle osservazioni del capogruppo PDL al Comune di Benevento Nazzareno Orlando e del giornalista Ernesto Razzano. Assente il capogruppo PD alla Regione Campania Pietro Ciarlo.
A fare da piano d’appoggio alla disinvolta conversazione e alle libere riflessioni del pubblico in sala, alcuni brani del libro letti dal giornalista Emilio Fabozzi, attraverso i quali è emersa ancora di più l’atmosfera caleidoscopica che caratterizza l’intera narrazione di Carapella. Politica, malaffare, inchieste, clientele, comitati d’affari e camorra, ma anche gesti ed esperienze tipiche di una Napoli sempre carica di tradizione e di identità.
“Ho scelto Napoli come ambientazione del mio romanzo – ha affermato l’autore durante il suo intervento – perchè è una città devastata ma bellissima, in cui il limite tra legalità e illegalità è sottilissimo, e una politica ‘bassa’ si accompagna ad una borghesia troppo ‘nobile’ e disinteressata”.
Da qui si è preso spunto anche per parlare del rapporto tra intellettuali e potere nelle nostre terre, un rapporto di compartecipazione e di complicità che aggrava i problemi delle persone comuni.
“Il clima dei rapporti tra politica e camorra, che emerge nel libro, ci proietta nella cronaca di questi giorni”, ha sottolineato Billy Nuzzolillo. Secondo Ernesto Razzano “è stata una giusta scelta quella di mettere al centro della storia un giornalista, visto anche che oggi il giornalismo vede compressi i propri spazi e sopravvive solo come professione di strada”.
Per Nazzareno Orlando il libro evidenzia “una borghesia fluttuante, impalpabile, lobbistica, ammiccante rispetto alla politica”, presupposto delle nostre difficili congiunture tra le diversità d’opinione.
“I grandi problemi economico-strutturali del nostro Paese dipendono molto dalla criminalità organizzata. Oggi viviamo in un’epoca postbellica, in cui il Paese è diviso e spaccato. L’obiettivo di migliorare le cose spetta a tutti gli uomini di buona volontà”, è stata questa una delle riflessioni finali regalate da Bruno Carapella al pubblico della Biblioteca Provinciale.
Simone Aversano
29 ottobre 2009