di Simone Aversano
E alla fine Alfano disse “no”. La Scuola della Magistratura per il Meridione dovrà andare a Catanzaro. E’ questo il nuovo impegno assunto dall’attuale Ministro della Giustizia, che ha dichiarato oggi, offrendo ogni garanzia agli amministratori locali calabresi, che la destinazione naturale della sede di questo importante istituto giudiziario è quella che era stata stabilita in origine, ossia prima che l’ex Guardasigilli Clemente Mastella (governo Prodi) intervenisse con una propria ordinanza per assegnare la sede a Benevento. Per il capoluogo sannita si prevedono altri progetti e vantaggi. Per adesso non si sa quali siano.
Però possiamo provare a discutere quali potrebbero essere, se le parole del Ministro dovessero venire applicate nella realtà, i vantaggi per Benevento dal momento di non ospitare la sede della Scuola.
Sorvoliamo, quindi, almeno per questa volta le polemiche che già si agitano, soprattutto all’interno del mondo politico nostrano. E’ infatti naturale che ciascuno tiri l’acqua al proprio mulino, a Catanzaro come a Benevento, e che nessun amministratore o uomo della politica riesca a digerire il fatto di non poter difendere il proprio territorio in pubblica piazza. In questo contesto ci sono discorsi e logiche di voti (com’è naturale che sia), perciò il rischio è di perdere di vista il merito della vicenda, ossia i veri vantaggi e svantaggi che possono derivare alla nostra comunità dal fatto di non avere la sede meridionale della Scuola della Magistratura.
I punti di osservazione sono principalmente due: l’utilità immediata di questa Scuola per la nostra comunità; la valorizzazione culturale e logistica del nostro territorio in senso più generale. Dal primo punto di vista risulta certamente alquanto difficile affermare che avere la Scuola a casa nostra potrebbe darci maggiori utilità e riscontri positivi immediati. Sarebbe un’opportunità per i giovani laureati in Giurisprudenza all’Università del Sannio? Difficile, in quanto questa Scuola è destinata a chi è già magistrato ed ha dunque superato ulteriori anni di studio ed esami successivamente alla laurea. Dunque i nostri ragazzi dovrebbero comunque abbandonare il territorio sannita, per poi eventualmente ritornarci con la toga. Sembra già una bella forzatura.
Allora forse i vantaggi e le utilità si registrerebbero per il fatto che la Scuola attirerebbe persone e traffici economici in città? Sì, può darsi, ma qui è come pretendere si calzare una scarpa troppo stretta. Benevento soffre già di eccessiva “claustrofobia” per i lavoratori che ogni giorno frequentano la città, che sono tanti ma certamente di meno rispetto alla grande fiumana di magistrati che verrebbero a frequentare la Scuola (unica nel meridione). E’ risaputo infatti che a Benevento mancano parcheggi ed una viabilità finalmente sostenibile in ogni suo meccanismo, per non parlare delle via di collegamento cui è allacciato il capoluogo sannita. Non è questa la sede per far riemergere la questione del raddoppio della Telese-Caianello, o quella della nuova viabilità extraurbana del Fortore.
In conclusione, quale sarebbe il vero sviluppo del nostro territorio nel caso in cui Alfano cambiasse nuovamente idea assegnandoci la Scuola? E qui è bene toccare l’altro punto di osservazione, quello della più generale valorizzazione culturale e logistica della nostra comunità. Potrà sembrare un’affermazione demagogica, ma è davvero ridicolo che una provincia sappia spendere milioni di Euro per la ristrutturazione dell’immobile destinato ad ospitare la Scuola della Magistratura e non sappia spendere, invece, neppure una lira visibile e constatabile per ridare alla cittadinanza e all’umanità quell’enorme patrimonio storico-culturale che è il Teatro Romano. E’ evidente, allora, che chi difende l’assegnazione della Scuola al Sannio provando così a difendere lo sviluppo delle nostre terre, compie opera di incoerenza politica e istituzionale.
Meglio faremmo tutti noi, probabilmente, a riconoscere a Catanzaro i suoi meriti, primo fra tutti quello di aver saputo sviluppare una rete cittadina adatta ad ospitare un istituto come la Scuola della Magistratura. E meglio faremmo a riconoscere anche che il misero tentativo di imporre il nostro campanilismo alle dinamiche del Paese è fallito, esattamente quando il Tar del Lazio ha dichiarato “illegittima” l’ordinanza dell’allora Ministro della Giustizia Mastella con la quale si spostava la Scuola da Catanzaro a Benevento.