di Elvira Santaniello *
Caro sindaco Pepe, chi le scrive è una donna, una donna come tante ce ne sono al mondo d’oggi, moglie, madre, con alta scolarità (ma, purtroppo, disoccupata), impegnata in politica e nel sociale….
Chi le scrive è una donna, ma, se mi permette, con lei vorrei parlare non di donne bensì di democrazia.
Ebbene sì, una volta tanto vorrei ribaltare il punto d’osservazione della realtà ed, insieme a lei, guardare in maniera un po’ diversa a questa nostra amministrazione comunale tutta al maschile.
Per una volta, vorrei lasciar perdere la rivendicazione dei posti spettanti alle donne e fare, invece, delle considerazioni ben più profonde, sociali, culturali e politiche, sulla reale democraticità di una amministrazione comunale affidata a soli uomini.
Il concetto della democrazia, etimologicamente intesa come “governo del popolo”, si è evoluto nel tempo arricchendosi di significati profondi quali i diritti di cittadinanza, le eguali opportunità, l’inclusione sociale, i diritti di libertà, eguaglianza, differenza e partecipazione, fino ad arrivare, con Toqueville, ad una rappresentazione, profondamente moderna, della democrazia come promozione contemporanea di eguaglianza e libertà.
In questa ottica, qualsiasi società che si definisca democratica non può considerarsi tale se non si avvale, nei suoi organismi di governo e di gestione, dell’apporto degli uomini e delle donne insieme, di uomini e donne che, pur essendo diversità singole, insieme costituiscono quell’unità da cui un sistema politico, per essere equo ed equilibrato, non può prescindere.
Il nocciolo della questione, quindi, non è colmare la sottorappresentanza delle donne negli organismi elettivi e di governo o negli apparati pubblici e nelle imprese private, bensì mettere in moto un meccanismo redistributivo delle possibilità di accesso al sistema di decisione politica.
Oggi non è più possibile negare le trasformazioni di cui le donne sono protagoniste nei vari campi della vita sociale, economica e culturale, e i premi Nobel recentemente consegnati, ad esempio, ne sono il segno tangibile.
Anzi, continuare a non prendere in considerazione, in politica e nelle amministrazioni, la “rivoluzione” sociale, economica e culturale realizzata dalle donne porta solo ad una mezza democrazia, ad una democrazia che è fortemente penalizzata dal punto di vista e della qualità e della partecipazione.
In buona sostanza, quindi, non c’è democrazia se non c’è condivisione dello spazio pubblico tra i due generi, non c’è democrazia se non c’è cooperazione fra uomini e donne nella costruzione delle istituzioni democratiche: alle donne non servono né posizioni privilegiate, né precedenze, l’unica garanzia è il diritto alla partecipazione nella stessa misura degli uomini.
E’ da questa profonda convinzione che nasce l’appello “donne e potere” che la Rete interregionale delle Rose Rosse, di cui sono la delegata per il Sannio e l’intera Campania oltre che membro del Coordinamento nazionale, ha stilato e sta diffondendo in tutta Italia al fine di realizzare un reale monitoraggio dell’operato dei partiti politici e delle amministrazioni (consigli ed esecutivi) sul rispetto della democrazia paritaria.
E non si tratta di un appello come tanti altri, volto soltanto a raggiungere il massimo numero possibile di sottoscrizioni al fine di poter almeno provare a modificare una decisione o un provvedimento.
Si tratta piuttosto di una iniziativa complessa, diffusa su tutto il territorio nazionale attraverso partnership con associazioni, movimenti, comitati, che sin da ora si stanno occupando di verificare che nelle istituzioni sia rispettata la democrazia paritaria e, ove ciò non si realizzi, stanno organizzando iniziative a livello locale per tenere sempre alta l’attenzione del dibattito sociale e politico sui temi ad essa relativi.
Questa iniziativa ha anche Benevento tra i suoi punti focali e la Rete Interregionale delle Rose Rosse che l’ha ideata e realizzata non può prescindere dal coinvolgimento del primo cittadino, dal momento che con una giunta tutta al maschile viene meno il rispetto non solo dell’articolo 51 della Costituzione (e succ. mod)e dell’articolo 6 BIS dello Statuto stesso della città di Benevento ma del più ampio e sostanziale concetto della democrazia paritaria.
Per questo motivo, caro sindaco Pepe, la invito ad una ulteriore profonda riflessione sulla assoluta opportunità della presenza delle donne nella amministrazione e gestione della cosa pubblica (è superfluo ricordarle che è facoltà del Sindaco nominare gli assessori anche tra i non eletti) e ad una cortese risposta a me, alla Rete Interregionale delle Rose Rosse e alla città tutta rispetto alla negligenza della sua giunta in tema di democrazia paritaria e pari opportunità.
* Coordinamento Rete interregionale Rose Rosse