di Gabriele Corona*
La complessa attività investigativa della Guardia di Finanza ha permesso di dimostrare, inoppugnabilmente, che a Telese Terme, da diversi anni, le gare di appalto per importanti opere pubbliche, sono state truccate dai rappresentati delle ditte costruttrici, da amministratori e funzionari pubblici. Questa attività criminosa ha procurato corpose tangenti a taluni uomini politici e funzionari comunali a danno dei cittadini e delle risorse pubbliche come ha segnalato il Procuratore Generale della Corte dei Conti il quale, in apertura dell’anno giudiziario 2009, ha testualmente affermato “Le patologie maggiormente ricorrenti negli appalti pubblici di opere, beni e servizi attengono innanzitutto a fatti corruttivi e concussivi che, al di là della loro riprovevolezza sotto l’aspetto penale, incidono di norma sul prezzo degli appalti medesimi, aumentandone l’entità e determinando quindi un maggior onere finanziario a carico dell’erario, assolutamente ingiustificato”.
Ben vengano, quindi, le indagini sugli appalti in tutti gli Enti pubblici, come ha annunciato il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Maddalena che tenendo fede all’impegno al momento del suo trasferimento da Napoli a Benevento, sta tentando di potenziare la sezione che indaga sulla corruzione politico-affaristica sempre più crescente in questa provincia. Ma al momento rimangono solo due i magistrati che si occupano di questi reati e che, evidentemente, non possono indagare su 80 comuni (alcuni della provincia di Avellino), 5 Comunità Montane, le Aziende pubbliche, la Provincia, gli uffici dei diversi ministeri e quelli della Regione Campania. Ed è proprio questa difficoltà oggettiva a condurre le indagini, che determina la sensazione di impunità in chi è abituato ad utilizzare la sua presenza nelle pubbliche amministrazioni per gestire posti di lavoro e denaro pubblico per i propri interessi.
Bisogna dare atto, però, che l’impulso del Procuratore Maddalena per punire i responsabili di questi reati, benché inascoltato da altri soggetti che pure hanno competenze in proposito, sta cominciando a produrre qualche effetto. Proprio questa mattina, infatti, la DIGOS ha sequestrato a San Giorgio del Sannio, parte dei capannoni della ditta Barletta, adiacente a quello bruciato a maggio scorso. La prima indagine su quell’incendio si è chiusa senza contestazioni di reati, neppure a seguito della famosa telefonata intercettata dai carabinieri tra il sindaco e l’imprenditore, ma la seconda indagine, di cui si occupa direttamente il Procuratore Maddalena dopo il trasferimento della dott.ssa Giammarino ad Avellino, comincia a dare qualche risultato.
*Presidente di Altrabenevento